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I ragazzi dello Scientifico a lezione
di legalità dal procuratore Seccia

FERMO - L’intera analisi del procuratore è stata imperniata sui principi costituzionali e, in particolare, sul principio di legalità quale corollario dell'ordinamento italiano

Il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia

I rappresentanti degli studenti del Liceo Scientifico di Fermo “T. Calzecchi Onesti” hanno organizzato, la scorsa settimana, un’assemblea d’istituto della durata di tre giorni sul tema della mafia. “A dare il via all’assemblea – fanno sapere gli stessi studenti del Calzecchi Onesti – è stato Domenico Seccia, attuale procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Fermo e autorevole esperto in materia, essendosi occupato della criminalità organizzata nel Gargano, quale membro della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Ad un pubblico di interessati ragazzi delle classi quinte il procuratore ha portato la sua preziosa testimonianza, in quanto il colloquio con le nuove generazioni, secondo lo stesso procuratore, permette di sensibilizzarle e renderle più consapevoli e coscienti di quanto il futuro sia nelle loro mani. L’intera analisi del procuratore è stata imperniata sui principi costituzionali e, in particolare, sul principio di legalità quale corollario del nostro ordinamento. Quasi tornando egli stesso sui banchi di scuola ha citato Kant e la sua quanto mai attuale convinzione che la legge morale è intrinseca nell’uomo e l’etica universale non può che trovarsi nelle leggi. Leggi che vengono oggi definite “corrotte” perché, citando altresì Vincenzo Cuoco, fatte su misura, come un vestito. Il procuratore ha anche citato il don Abbondio di Manzoni del romanzo “I Promessi Sposi”, interessato solo al suo quieto vivere e non garante del diritto, nel suo caso canonico, quale doveva essere. Seccia ha poi spiegato ai ragazzi la modalità di azione delle forze dell’ordine, specificando che si tratta comunque di un intervento di tipo repressivo e, come tale, agisce esclusivamente sul fenomeno e non sulla causa. Pertanto, sta al buon cittadino occuparsi della causa, perché esso soltanto è in grado di agire alla radice, nell’intento di cambiare la mentalità di una intera civiltà e delle generazioni future. Nei successivi due giorni le classi dal primo al quarto dell’istituto hanno accolto i ragazzi del movimento culturale internazionale OurVoice e Francesca Mondin, redattrice presso il quotidiano online Antimafia Duemila. I relatori hanno ricostruito gli eventi che hanno caratterizzato la nascita della mafia in Italia fino ad arrivare ai giorni nostri, richiamando alla memoria, con un brillante spettacolo teatrale intitolato “L’arte uccide la mafia”, i martiri della giustizia quali il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il fondatore de “I Siciliani” Giuseppe Fava, il sacerdote don Pino Puglisi e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In ultimo, tutti gli addetti ai lavori, approfittando di una platea così giovane ed entusiasta, hanno fatto un monito al senso di responsabilità di ciascuno, auspicando in un cambiamento consapevole della moralità da parte di tutti, a partire dai giovani”.


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