Settimana molto ricca al Super8 di Fermo. Iniziamo le presentazioni dei film con Tomb Raider che riporta sullo schermo l’eroina più amata del mondo arcade, in una veste inedita e ammorbidita. La 21enne Lara Croft (Alicia Vikander), fiera ed indipendente figlia di un eccentrico avventuriero, non ha grilli archeologici per la testa, non filtra gli eventi con intuito e sarcasmo, e tra una lezione e l’altra all’università, non sa ancora cosa fare del proprio futuro. Con le consegne in bicicletta, in giro per le caotiche strade di Londra, a malapena riesce a pagare l’affitto dell’appartamento che condivide con l’amica Sophie (Hannah John-Kamen). I modi incerti ed empatici della giovane Lara, estranei al personaggio più maturo, rimandano a una base di inesperienza e problemi irrisolti. Uno fra tutti: la scomparsa di suo padre, eccentrico archeologo partito in missione alcuni anni prima e mai più ritornato. Nonostante il consiglio di affrontare gli avvenimenti andare avanti dopo sette anni senza di lui, Lara, spinta dalla convinzione che il genitore sia ancora vivo, si imbarcherà in un lungo viaggio per mare, che la porterà sulle coste di un’isola misteriosa al largo del Giappone alla ricerca di una tomba leggendaria, ultima destinazione nota di suo padre prima dela sua misteriosa scomparsa. Scortata dal capitano della nave Lu Ren (Daniel Wu), Lara si addentrerà tra i miti e le leggende che popolano il sinistro villaggio, con outfit già mimetico e capelli legati non ancora intrecciati. Se sopravvivesse a questa pericolosa avventura, potrebbe realmente capire chi sia e conquistare il nome di Tomb Raider.
Arriva nelle nostre sale The Lodgers – Non infrangere le regole, horror irlandese dal sapore di classica ghost story: dopo la I Guerra Mondiale in Irlanda, una fratello e una sorella abitano da soli in una grande magione di campagna ereditata dai genitori, morti suicidi nel vicino lago. Per una misteriosa ragione non possono abbandonarla, ma non si può rimanere isolati per sempre. Abbiamo raggiunto telefonicamente Brian O’Malley, regista del lungometraggio, alla sua seconda esperienza dopo l’esordio inedito in Italia di Let Us Prey. Brian ci racconta che, mentre studiava scultura all’accademia, ha quasi subito deciso che non voleva diventare il classico artista squattrinato e ha pensato così di dedicarsi agli effetti visivi. Studiando scultura, riteneva che sarebbe stato adatto a modellare in CGI, però i lunghi studi su VHS guardate e riguardate fino al consumo l’hanno spinto a pensare che fosse la carriera di regista a interessarlo di più. Stava per accettare un lavoro da scultore per Alien: La clonazione, ma non se ne fece nulla: “Meglio così, in caso contrario sarei rimasto nell’ambito della scenografia e non sarei mai diventato un regista!” Brian si è lasciato la scultura alle spalle, anche perché è molto più veloce disegnare e ama occuparsi degli storyboard. “Comunque ho imparato un sacco alla scuola d’arte, è stato utilissimo.” Non esclude che nel suo stesso modo di dirigere sia rimasto qualcosa dei suoi trascorsi da scultore, magari nel modo in cui fa muovere i corpi degli attori, ma non si tratta di una direzione conscia, nè si azzarderebbe a forzare gli attori in questo senso.
E, in vista della Pasqua, non poteva mancare un film particolare, stavolta dedicato ad una donna particolare. Diretto da Garth Davis, Maria Maddalena è un ritratto autentico e umano di una delle più enigmatiche e incomprese figure spirituali della storia. Dopo numerosi film incentrati su Gesù di Nazareth, che relegavano Maria Maddalena a figura di contorno, questo nuovo lungometraggio a tema biblico la rende invece protagonista con il volto di Rooney Mara. Maria Maddalena racconta la storia di una giovane donna in cerca di una nuova vita, che sia finalmente libera dalle tradizioni famigliari e dalla società fortemente gerarchica e maschilista del suo tempo. Troverà l’occasione per intraprendere un cammino di crescita grazie al neonato movimento religioso e sociale fondato dal carismatico Gesù di Nazareth (Joaquin Phoenix). In questo contesto riuscirà finalmente a trovare il proprio posto nel mondo, avviandosi a un viaggio di maturazione interiore che culminerà nella città di Gerusalemme.
Dramma romantico diretto da Nicolas Bedos, scritto e interpretato da lui insieme alla compagna Doria Tillier, Un amore sopra le righe racconta di Sarah, una brillante studentessa di lettere classiche dalle origini modeste (Tillier), e Victor (Bedos), uno scrittore narcisista e ambizioso. Quando si incontrano per caso, nel 1971, non immaginano che lui diventerà uno dei più importanti scrittori francesi e che si innamoreranno perdutamente, passando insieme 45 anni di passioni, routine, tradimenti, litigi, delusioni, successi personali, separazioni e riavvicinamenti, gioie e difficoltà. Ma chi è veramente la donna che vive all’ombra del celebre marito, ormai diventato una star di grande fama? Sullo sfondo della storia di mezzo secolo, le vicende amorose e i segreti inconfessabili di una coppia fuori dal comune.
Di ben altro genere è Metti la nonna in freezer, irriverente e romantica commedia nera diretta da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, una coppia di giovani registi e autori materani diventati famosi grazie ad alcuni video virali diffusi sul web e ai cortometraggi realizzati per Sky e Sabina Guzzanti. Ma è solo con questo film che debuttano sul grande schermo della sala cinematografica. Metti la nonna in freezer vede come protagonisti Fabio De Luigi nei panni di Simone Recchia, un finanziere impacciato ma incorruttibile, pronto a perseguire giustizia a tutti i costi, e Miriam Leone nel ruolo di Claudia, una giovane restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara Bouchet), mentre aspetta da tempo di essere pagata dallo Stato per il lavoro svolto. Quando l’anziana signora improvvisamente muore, Claudia deve trovare un escamotage per evitare la bancarotta e riuscire a sbarcare il lunario. Così, con la complicità delle sue amiche (Lucia Ocone e Marina Rocco), pianifica una truffa che le permetta di continuare a incassare la pensione della nonna.
Per la gioia dei bambini arriva Rudolf. Per quella degli amanti della musica c’è invece Zerovskij – Solo per Amore, lo spettacolo ideato, scritto e diretto da Renato Zero. In una improbabile stazione ferroviaria, diretta dal misterioso Zerovskij, tra reale e irreale, in scena Amore, Odio, Tempo, Morte e Vita, non più come concetti astratti ma finalmente umanizzati, pronti al confronto amaro, ironico, tenero e spietato con un figlio di nessuno, Enne Enne, e i due viaggiatori di sempre, Adamo ed Eva.
Buona visione.
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