PORTO SANT’ELPIDIO – Battere i più grandi significa diventare grandi. Si misura anche così l’enorme lavoro di Renzo Morreale che sabato scorso ha definitivamente superato un punto di non ritorno. Dopo sette risultati utili consecutivi, alla quarta vittoria di fila in casa, non ci sono più dubbi: il tecnico civitanovese ha costruito una squadra vera, dalla solidità e dall’equilibrio impressionanti.
Impressionanti per il poco tempo di lavoro che ha avuto a disposizione e per il punto di partenza. Il Porto Sant’Elpidio che nel girone d’andata non era riuscito a vincere con nessuna delle ultime cinque in classifica (Camerano, Pergolese, Ciabbino, Barbara, Loreto), in quello di ritorno ha già messo sotto la capolista Montegiorgio. La vittoria è il meno. Conta di più il modo in cui è stata ottenuta, concedendo il minimo ad una squadra ricca di qualità e opzioni offensive, come quella di Paci. Merito di una difesa in crescita vistosa (solo 1 gol subito nelle ultime 6 gare), ma ancora di più di una squadra disposta a soffrire per proteggerla. Occhio, però, a non togliere i pregi anche al ritrovato attacco, che se nelle prime 15 giornate aveva totalizzato la miseria di 8 gol, ora non solo ha eguagliato tale cifra in appena 7 partite, ma ha trovato anche continuità andando a segno per cinque turni consecutivi.
Un attacco non solo ritrovato, ma anche rinnovato. Infatti sabato scorso nel derby con il Montegiorgio, quando il “serial bomber” Giorgio Galli sembrava sparare a salve e non fare vittime e Riccardo Cuccù dava l’impressione di avere il fiato corto, ecco che a risolvere la gara ci ha pensato Mattia Ribichini, subentrato sugli sgoccioli del primo tempo per Castracani infortunato (altra intuizione di Morreale che non ha optato per un altro difensore come Marconi, Marcantoni o Carafa, ma ha arretrato Islami ed ha inserito un giocatore più offensivo). L’attaccante classe 1996 al 25esimo della ripresa addomestica un traversone di Cuccù, rientra sul destro e trafigge Verdicchio con una botta sotto la traversa.
Primo centro stagionale, nonché prima rete con la maglia biancoazzurra. Un gol tanto cercato quanto voluto, come lo stesso Ribichini analizza: «Ho provato un mix di emozioni e credo che la mia esultanza ne sia stata la prova concreta. Era da tanto che lo aspettavo, è stato un gol molto importante per la mia squadra ma anche per me, ho visto premiato il mio costante impegno in ogni allenamento. L’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena».
A sinistra Mattia Ribichini, a destra papà Andrea
La palla supera la linea di porta. Via la maglia e corsa sotto al settore locale dove c’è appostato papà Andrea, ex attaccante degli anni ’90 (ora allenatore) soprannominato “Furia” e autore di oltre 300 marcature nei dilettanti. «È stata una grandissima gioia anche per lui – ha detto Mattia -. Da calciatore, mettendosi nei mie panni, ha capito il dispiacere che ho provato per un gol tanto atteso che non arrivava mai. La prima cosa che mi ha detto è stata di tenere i piedi per terra e di continuare su questa strada».
In casa Ribichini, appunto, il gol è un affare di famiglia. Ma anche il Porto Sant’Elpidio. Infatti papà Andrea nella stagione 1996/97 ha indossato la casacca biancazzurra nel campionato di Promozione ed ha totalizzato un score di 17 reti in 31 presenze. Proprio nel 1996, l’anno in cui è nato Mattia. «Destino o non, per me è un onore indossare questi colori. Per mio padre, che mi ha visto nascere nello stesso anno in cui giocava qui al Porto Sant’Elpidio, credo sia un grande piacere e un ricordo indelebile della sua carriera. Inoltre, è molto utile avere un allenatore in casa, specialmente quando è tuo padre. Oltre a darmi i giusti consigli è importante il modo in cui lo fa. Mi segue in ogni partita e sa i miei punti di forza. È tutto più facile con lui vicino».
Cosa è cambiato per te e più in generale per la squadra con l’arrivo di Morreale?
«Sono arrivato al Porto Sant’Elpidio perché fortemente voluto da mister Cuccù, oltre che mio più grande desiderio. Non smetterò mai di ringraziarlo per questa grandissima opportunità che mi ha dato e, nonostante l’esonero, resto del parere che sia un grande allenatore e prima di tutto una bellissima persona. L’arrivo di Morreale ha dato una scossa alla nostra squadra, ci ha reso più uniti e convinti a raggiungere i nostri obiettivi. Ha creduto dal primo momento in me, mi ha sempre spronato e continua sempre a tirare fuori il meglio da ognuno di noi giocatori. Il mio ruolo preferito? Mi adatto a giocare sia da esterno che da prima punta. Questo è reso possibile grazie ai miei compagni di reparto con i quali ho una forte intesa, tra cui Cuccù, Cingolani e Galli, giocatore di grande esperienza e professionalità».
Secondo te il gol potrebbe aver cambiato le gerarchie e averti candidato per una maglia da titolare nelle prossime uscite?
«Il gol, come ho già detto sopra, è stato importante per me, ma soprattutto ha significato 3 punti fondamentali per la mia squadra. Dal mio punto di vista non è cambiato nulla, questo non deve essere un punto di arrivo, ma un inizio e continuerò a lavorare più di prima. Il mister in questi mesi ha sempre preso le scelte più giuste per il bene della squadra ed è questo quello che conta. Quando ha ritenuto opportuno farmi giocare lo ha fatto, quando ha scelto di farmi sedere in panchina ho accettato la sua scelta senza alcun rancore. Giocare 1 minuto o 90 per me vuol dire dare sempre il 100% e la rete è un ulteriore stimolo per dare ancora di più nelle prossime gare».
Il Porto Sant’Elpidio ce la farà a mantenere l’Eccellenza?
«Stiamo passando un bel periodo ma non dobbiamo fermarci, anzi è proprio questo il momento di darci dentro. I risultati finalmente sono arrivati e non a caso, ma perchè hanno premiato il nostro impegno e la serietà con cui la società ci è stata vicino nei momenti più difficili. Ora dobbiamo affrontare partita dopo partita e continuare a fare punti».
Leonardo Nevischi
L’esultanza di Mattia Ribichini, con dedica al papà Andrea, dopo il gol di sabato scorso contro il Montegiorgio
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