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Sanità, sit in a Palazzo Raffaello
Ceriscioli: «Polemiche assurde
siamo al massimo della spesa»

SANITA' - Doppio presidio a Palazzo Raffaello, da una parte il centrodestra, dall'altra i cittadini senza sigle politiche del Forum sanità pubblica, per dire no alla proposta di legge regionale 145. Il governatore Ceriscioli difende il testo. «Marche al massimo della spesa pubblica per il personale sanitario, ragioniamo in termini complementari con il privato per fornire più servizi ai cittadini. Tutto nella trasparenza: non possiamo permetterci zone opache»

La protesta davanti a palazzo Raffaello

 

Legge 145, il governatore Ceriscioli ribatte alle accuse di voler privatizzare la sanità, mentre fuori da Palazzo Raffaello vanno in scena due manifestazioni di protesta: da una parte il centrodestra e la Lega, dall’altra i cittadini senza simboli di partito del Forum per la sanità pubblica. Di fronte alle critiche, è dura e netta la replica del presidente della Regione Luca Ceriscioli. «Polemiche assurde – dice il governatore -, la legge 145 fissa i paletti e i limiti, restringe la discrezionalità di azione della giunta regionale nelle sperimentazioni pubblico-privato, rispetto alla legge nazionale del 1992 che ne introduce la possibilità. Paradossalmente, i privati avrebbero maggiore spazio libero senza questa legge». Alla critica mossa di voler inseguire il cosiddetto “modello Lombardia”, Ceriscioli sbandiera i numeri. «Le Marche sono al quattordicesimo posto in Italia, insieme alla Basilicata, per il peso della sanità privata rispetto a quella pubblica: l’11,8% del bugdet regionale va all’assistenza privata accreditata. La Lombardia ha due volte e mezzo la sanità privata delle Marche» contrattacca Ceriscioli, ricordando poi l’unico caso di sperimentazione pubblico-privata adottata nella regione in questi 25 anni. A Sassocorvaro, nel Pesarese, la gestione dell’ospedale da parte della società mista “Montefeltro Salute” dal 2003 al 2016. «E’ costata lo 0,09% della spesa sanitaria e quando lo abbiamo dovuto interrompere ci sono state tensioni. La sperimentazione è stata valutata positivamente e nel 2017 abbiamo firmato una convenzione per la messa a regime del servizio» aggiunge il governatore. Ma come dovrebbe funzionare questa sperimentazione pubblico-privata, secondo la proposta di legge 145 approvata dalla Commissione sanità? “Tutta la procedura avviene con bandi di evidenza pubblica e tramite valutazioni trasparenti, non ci possiamo permettere zone di opacità” risponde Ceriscioli. Sia il privato, sia il servizio sanitario regionale potranno avviare la procedura: potrebbe essere il privato a chiedere di avviare il bando, oppure può essere la Regione ad aprire la chiamata. In caso di parità di punteggio nella selezione, il diritto di prelazione spetta al privato che per primo ha proposto il progetto. Il test durerà 5 anni, dopodiché la valutazione conclusiva del servizio sarà affidata al Consiglio regionale, che deciderà se rendere il progetto ordinario e quindi inserito nel budget della sanità regionale o meno. «Siamo al massimo della spesa regionale per il personale della sanità, da qui nasce la necessità di ragionare in termini complementari con il privato. La proposta di legge 145 prevede di poter utilizzare i macchinari e le strutture, quando non c’è personale pubblico disponibile, per fornire prestazioni sanitarie ai cittadini e migliorare la qualità del servizio assistenziale» sottolinea Ceriscioli. Il presidente della Regione e il presidente della commissione Sanità Fabrizio Volpini citano anche un primo esempio di come potrebbe essere sperimentata la gestione pubblico-privata.  «Sappiamo che la fondazione Onlus Paladini si vuole proporre per il progetto Nemo: chiedono di collaborare con la neurologia dell’ospedale di Torrette per aumentare i livelli di assistenza dei pazienti. Sono esempi a cui dovremmo stendere tappeti rossi» rimarca Cerisicoli. Il consigliere Volpini replica anche alla accusa di voler portare avanti la legge, nonostante sia scaduto il piano socio sanitario. «C’è coerenza tra la pdl 145 e tutti gli atti programmatori, è nel rispetto del piano ancora vigente» risponde Volpini. «Le proteste? Nascono da fraintendimenti – conclude Cerisicoli – che partono da una premessa, anche questa sbagliata, che stiamo disinvestendo sulla sanità. Questo è falso, in tre anni abbiamo recuperato 1.200 unità nel personale della sanità, investendo 50 milioni di euro all’anno, pari al 2% dell’intero budget della spesa sanitaria». Ma mentre Ceriscioli illustra la proposta di legge, all’esterno di Palazzo Raffaello non si arresta la protesta. Due i presidi, uno del centrodestra, uno senza sigle politiche da parte del Forum sanità pubblica, che minaccia ricorsi al Tar e raccolte firme se la proposta non sarà ritirata. Nel piazzale sono partiti slogan come “basta con l’algoritmo” e inviti al presidente e assessore alla sanità Ceriscioli a dimettersi.

(servizio aggiornato alle 14.30)

 

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