Minoranza compatta sulle questioni degli avvisi di pagamento della Tari 2018 e la richiesta di informazioni sulla tassa rifiuti solidi urbani del 2013. Porta infatti la firma di Andrea Agostini, Fabio Bragagnolo, Renzo Petrozzi, Marco Marinangeli, Carlo Del Vecchio e Maria Lina Vitturini l’interrogazione inoltrata al sindaco e al segretario comunale per richiedere chiarimenti in merito, oltre ad un accesso agli atti.
“In Comune decine e decine di persone si riversano in questi giorni a chiedere informazioni circa immobili da Voi attribuiti loro a fini fiscali – scrivono rivolgendosi all’Amministrazione comunale -. Una di queste si è oggi rivolta allo studio legale Agostini per contestarne il contenuto. Sebbene egli risieda a Fermo con la coniuge, questi riceve dal Comune di Porto San Giorgio, Segreteria Generale, Servizio Tributi, firma dott. Dino Vesprini, due missive. In una si chiede il pagamento della Tari 2018 per un immobile sito in Porto San Giorgio individuando una via e un civico, che mai ha avuto a che fare con questi e per di più indicando un nucleo familiare di 3 persone, quando questi invece non ha figli, né altri con se fuorchè la moglie. In un’altra si chiede di sapere chi ha pagato la tassa rifiuti dal 2013 e negli anni a seguire oppure la superficie utilizzata e le ragioni dell’eventuale mancato pagamento, il tutto per l’immobile di residenza in Fermo”.
Non si tratterebbe di un caso isolato, rimarcano i firmatari dell’interrogazione. “L’intero gruppo consiliare di minoranza ha ricevuto in questi giorni continue segnalazioni a fronte della singolare iniziativa comunale. Innumerevoli risultano gli errori commessi dal Comune nell’individuazione degli immobili, delle superfici, degli occupanti, e ciononostante si chiede ai cittadini di autodenunciarsi. Infatti quella che ai più potrebbe apparire come una bislacca richiesta dell’ente pubblico, che si rivolge al cittadino per chiedergli se ha pagato la tassa rifiuti o se non ha pagato di confessare la superficie utilizzata e rivelare, come fosse una confidenza tra persone care, le ragioni del mancato pagamento, si risolve in un preciso obbligo di legge da evadere entro precise scadenza pena sanzioni. Richiamando articoli di legge in materia di tributi locali, senza accompagnare ad essi chiarimento alcuno, in barba ad ogni dovere di trasparenza, si gioca al cittadino davvero un bello scherzo. Se entro 20 giorni non si forniscono i chiarimenti richiesti, il cittadino rischia di trovarsi in casa o al lavoro la polizia municipale o i dipendenti dell’ufficio tributi o personale comunque incaricato per le rilevazioni della destinazione e della misura delle superfici”.
Ma c’è dell’altro: “La mancata risposta entro 60 giorni dal ricevimento al questionario o la sua compilazione incompleta o infedele comporta una sanzione da euro 51/65 a euro 258/23”.
Da qui le domande degli stessi firmatari: “A cosa sono dovuti i tanti errori commessi dal Comune addirittura nell’individuare le proprietà per vie e civici, come pure la composizione dei nuclei familiari?; Come è possibile risultino tanti errori nelle banche dati comunali?; Sono forse state usate banche dati diverse? Se sì, quali e di chi?; Tale lavoro così mal fatto è stato effettuato direttamente dall’ufficio o dato in appalto all’esterno?; In ipotesi di appalto esterno a ditta, a) con quali criteri essa è stata selezionata, b) qual è l’importo dell’affidamento?; Quale il costo delle spedizioni viziate e chi se ne farà carico?; Il Comune intende assumere provvedimenti a sanzionare la colpa grave dei responsabili che hanno svolto il servizio? Il Comune intende risarcire o indennizzare i cittadini chiamati a rimediare spendendo ore del proprio tempo con inutili stress al fatto che il Comune ha completamento perso il controllo di se stesso?”.
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