Dieci anni di lavoro non si cancellano in un attimo. E allora Armando Benedetti, sindaco uscente di Montegiorgio, ha voluto guardarsi indietro per mettere un punto su un decennio di amministrazione cittadina ad una settimana e spiccioli dalle elezioni di domenica 10 giugno.
“Impegno e serietà sono i valori che abbiamo messo al primo posto io e i componenti della giunta che mi hanno accompagnato in questi anni – evidenzia Benedetti – abbiamo cercato di non tralasciare nessuno, in questo studio ho aperto la porta a tutti, cercando di risolvere questioni e problematiche che andavano oltre il colore politico, il credo religioso e qualsiasi altra divisione”.
Il primo cittadino uscente ha elencato i successi più importanti dei suoi dieci anni di amministrazione, passando in rassegna categoria per categoria. A partire dal sociale. “E’ stato ciò che abbiamo voluto privilegiare sempre, visto il periodo di crisi – ammette Benedetti – siamo arrivati ad investire 1,2 milioni l’anno nei servizi sociali, facendo anche scelte dolorose per evitare di aumentare le tasse ai cittadini. Penso al mantenimento del giudice di pace: vi abbiamo rinunciato proprio perché per potercelo permettere avremmo dovuto mettere le mani in tasca ai cittadini e non ce la siamo sentita”.
Quindi la viabilità. “Abbiamo provato a mantenere tutta la rete viaria in buone condizioni, anche se tra neve ed alluvioni abbiamo più volte dovuto ricominciare daccapo – ricorda il sindaco montegiorgese – ci siamo impegnati anche per le strade secondarie, dove siamo riusciti, in accordo coi privati, molte le abbiamo anche asfaltate. Di recente, poi, abbiamo anche sistemato la viabilità al cimitero del capoluogo”.
Poi la scommessa sul patrimonio immobiliare e del verde cittadini. “Nella manutenzione del verde abbiamo sempre creduto, riuscendo anche a creare qualche nuovo spazio – dice Benedetti – spesso a mancare è il rispetto da parte dei cittadini. Sul fronte degli immobili, prima del terremoto eravamo riusciti a ridare alla città la chiesa di San Francesco, ma come dimenticare l’investimento su palazzo Passari ultimato nel 2013: la scelta di portare la sede comunale qui, più vicino alla piazza, è stata vincente. Ma non dimentichiamo anche il recupero del complesso Sant’Agostino, fondamentale per la scuola Cestoni, le riqualificazioni dei borghi di Alteta e Cerreto e i marciapiedi di Piane”.
Inoltre l’attenzione sulla cultura, a partire dal teatro Alaleona. “L’abbiamo riportato al centro, con stagioni di altissimo livello che lo hanno fatto diventare concorrente dei maggiori centri regionali – esulta il primo cittadino – inoltre abbiamo accompagnato la crescita della junior band, promosso l’iniziativa sulla diete mediterranea, promosso una rete di guide turistiche insieme all’Archeoclub e ridato slancio alla biblioteca comunale”.
L’eredità che Benedetti lascia a chi verrà è composta di diversi iter da completare: il passaggio ai led nell’illuminazione pubblica, la raccolta differenziata col porta a porta spinto da mandare a regime, la videosorveglianza da allargare ma soprattutto le due grandi opere pubbliche in cantiere. “Il polo scolastico non sarà certo completato domani, ma è fondamentale perché le scuole attuali non sono più all’altezza e la collocazione che abbiamo scelto è strategica per ritornare a unire centro e Piane – precisa il sindaco uscente – la casa di riposo è un orgoglio perché potremo usare i 60 posti di residenza accreditatici dalla Regione con in più ulteriori spazi per privati che vorranno andarci a vivere pagando una retta”.
Il grande rammarico resta quello di Palazzo Colonna “ma da agosto decadono i vincoli e l’amministrazione che verrà potrà procedere con l’esproprio spendendo circa mezzo milione”, ma ora è il tempo di lasciare. “Tornerò a fare il medico – questo il commiato di Benedetti – ma se la nuova amministrazione, qualunque essa sarà, avrà bisogno di me sono a disposizione”.
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