Venerdì alle ore 15, presso la Sala Consiliare della Camera di Commercio di Fermo, in corso Cefalonia, si svolgerà il convegno “Legge Minniti – Orlando, le nuove sfide per l’accoglienza ed il diritto di asilo”, organizzato dalla Cgil Camera del Lavoro Territoriale di Fermo, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Fermo, accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, per la formazione professionale. Interverranno Alessandro Fulimeni, Coordinatore Progetti Sprar Coop Nuova Ricerca Agenzia Res, Sergio Casarella, magistrato del Tribunale di Ancona, già Presidente del Collegio della Sezione specializzata immigrazione e Gaia Bianchini, Rappresentante Unhcr, della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Bologna – Sez. Forlì Cesena. Concluderà i lavori la Responsabile del Dipartimento Politiche Immigrazione Cgil Nazionale Selly Kane.
“Il tema dell’immigrazione – fa sapere il segretario generale Cgil, Maurizio Di Cosmo – continua ad essere considerato un’emergenza anziché un fenomeno strutturale di carattere economico e sociale che contribuisce al mutamento delle abitudini, dei costumi e delle relazioni nella società. Da più di vent’anni l’Italia continua ad essere sprovvista di una seria politica dell’immigrazione con emanazione di provvedimenti centrati esclusivamente sulla sicurezza e che ignorano il rispetto delle persone e della dignità umana. Anche la Legge Minniti è inserita in questo solco ed interviene con un’ottica emergenziale e repressiva.
Maurizio Di Cosmo
Da qui l’esigenza di una riflessione che proponiamo nel convegno sulla Protezione Internazionale, anche alla luce dell’attuale contesto politico italiano che, in coerenza con la strategia populista di cattura del consenso, convergente con gli interessi e con le politiche protezionistiche, ha l’obiettivo di ribaltare la direzione del conflitto sociale, orientandolo non già verso l’alto ma verso il basso, verso i più deboli; non più quale lotta di classe di chi sta in basso, contro chi sta in alto, ma quale conflitto del più debole contro chi è ancora più debole, gli ultimi, gli invisibili.
Dobbiamo essere consapevoli che le politiche di emarginazione sociale possono solo aggravare tutti i problemi che si illudono di risolvere. Non in grado di fermare l’immigrazione, avranno come unico effetto l’aumento esponenziale del numero dei clandestini e della loro emarginazione sociale, aumentando il rischio che gli immigrati vengano spinti nell’illegalità, consegnati al controllo delle mafie, accentuando disuguaglianze ed esclusioni e, con esse, l’odio e la rivolta del resto del mondo nei confronti dell’Occidente, con l’inevitabile seguito di violenze e terrorismo.
Per questo occorre essere consapevoli della complementarietà e convergenza tra accoglienza e sicurezza sociale: una politica a garanzia della sicurezza richiede esattamente l’opposto dell’emarginazione sociale prodotta dalla clandestinità, cioè politiche di inclusione, finalizzate alla costruzione di una società, fondata su una pacifica convivenza”.
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