L’INTERVISTA PRIMA DEL VOTO
Marcotulli: “Credo sia stata una sfida su alti livelli, per questo vincere varrà ancora di più”

PORTO SANT'ELPIDIO - L'intervista al candidato sindaco Giorgio Marcotulli: "Io credo che dovremmo chiederci: che modello di città abbiamo in testa? Io credo che un insediamento commerciale intensivo a nord, oltre a dare un colpo fatale alle attività del centro, non sia più nemmeno appetibile, rispetto a quando è stato pensato, a livello di valutazione ambientale strategica"

 

 

Che campagna elettorale è stata?

“Dal mio punto di vista, una campagna bellissima, entusiasmante, oserei dire perfetta, perchè costruita e pianificata con il massimo impegno, con un lavoro straordinario da parte degli amici della coalizione. E’ stata una campagna dinamica, che ha saputo differenziare le iniziative, andando dai classici appuntamenti elettorali a proposte innovative, ed attenta a comunicare su tutti i canali. E’ dura contro chi ha una struttura storicamente consolidata, gira fabbrica per fabbrica dopo non essersi mai visto per 5 anni, ma abbiamo svolto un lavoro di squadra eccellente e sono orgoglioso di avere un gruppo così motivato e appassionato”.

Cosa contesta principalmente al suo avversario e cosa invece gli riconosce?

“Gli contesto di aver amministrato nelle segrete stanze, escludendo la città, con momenti di falsa partecipazione ed un coinvolgimento solo di facciata. Gli riconosco di aver dimostrato, negli ultimi mesi di mandato, che le manutenzioni si possono fare, la città può essere maggiormente curata, i pattugliamenti si possono intensificare. Le risposte, insomma, si possono dare, peccato se ne sia dimenticato per oltre 4 anni e mezzo”.

Parliamo di grandi investimenti, Fim e Ligmar. Credete davvero che queste operazioni possano essere portate a termine, o che gli accordi possano essere modificati?

“Io credo che dovremmo chiederci: che modello di città abbiamo in testa? Credo che un insediamento commerciale intensivo a nord, oltre a dare un colpo fatale alle attività del centro, non sia più nemmeno appetibile, rispetto a quando è stato pensato, a livello di valutazione ambientale strategica. Non vedo nell’operazione Ligmar una prospettiva di crescita del territorio, ma sono pronto a discutere per ottimizzare le opere pubbliche per la collettività. Sulla Fim, nessuno dice che non vada cercata una soluzione col privato, ma la bonifica va messa prima di tutto e va evitata a tutti i costi una seconda Lido Tre Archi. Non è pensabile una quantità di volumi così impattante”.

Ha letto le 5 richieste del Movimento 5 stelle? Cosa risponde?

“Farei una premessa. In questi anni di opposizione ho collaborato attivamente con i consiglieri 5 stelle Fioschini e Spina, abbiamo condiviso tante battaglie, nelle commissioni, in aula e fuori, abbiamo raccolto firme per la chiarezza in piazza, ci siamo battuti e supportati su Fim, Ligmar, cineteatro Gigli, tutte iniziative di forte dissenso verso l’amministrazione uscente. Abbiamo contribuito insieme a sviluppare un’opinione critica tra i cittadini, abbiamo espresso insieme un totale dissenso verso un certo modo di amministrare. Comprendo il loro equilibrio verso l’elettorato, ma avrei apprezzato una posizione più netta sulla differenza tra chi ha amministrato finora e chi si è battuto invece insieme a loro. Sulle 5 questioni, basta leggere il nostro programma, troveranno risposte e impegni su tutto ciò che chiedono e credo che il confronto con Moira Vallati, che rappresenterà i 5 stelle in Consiglio comunale, sarà proficuo e trasparente”.

Il voto del 10 giugno ha indicato differenziazioni nette tra i quartieri. Quanto ha inciso la distribuzione del consenso in queste due settimane verso il ballottaggio?

“La fotografia del voto è chiara. Chi in città vota a sinistra ha continuato a farlo. Se qualcuno a livello locale ha scelto schieramenti lontani da ciò che ideologicamente lo rappresenta, dobbiamo interrogarci sul motivo che lo ha spinto. 50 anni di amministrazione evidentemente hanno creato una struttura difficile da sradicare. E’ altrettanto evidente, però, che tale radicamento, visto il forte astensionismo, non abbia reso i cittadini più partecipi, anzi ha allontanato dalla politica, ha evidenziato uno scollamento tra la pubblica amministrazione e la città”.

Al primo punto del vostro programma uno mette la sicurezza, l’altro il lavoro. Sono entrambi temi sui quali le possibilità di azione di un Sindaco hanno comunque dei limiti. Perchè ha iniziato da questo settore?

“E’ vero che un ruolo fondamentale spetta alle forze dell’ordine, ma un sindaco può fare molto ed ha diversi margini per intervenire. Intensificazione dei pattugliamenti e delle unità della polizia locale, un raccordo più intenso con la Prefettura e le forze di sicurezza, un incremento massiccio della videosorveglianza, un presidio più puntuale nei quartieri, le azioni da mettere in campo sono diverse. L’ho messa al primo posto perchè la sicurezza non è un tema a sè stante, riguarda tutti i settori. Ha evidenti risvolti sociali, contribuisce al benessere della città, crea un clima favorevole alla crescita turistica e commerciale, abbatte il degrado ed offre un contributo cruciale alla vivibilità della città”.

A proposito di sicurezza. Lei ha detto che non si ricandiderà a fine mandato se non sarà riuscito a risolvere il problema prostituzione: come mai ha deciso di andare ‘all in’ su questo tema, che peraltro non dipende solo da un sindaco?

“Ho citato la prostituzione, ma non è l’unico settore in cui non accetto l’idea di non mancare l’obiettivo. Ho questa visione dell’essere sindaco: ci sono temi centrali per una comunità su cui, se non si raggiunge un risultato, il mandato è un fallimento e bisogna trarne le conseguenze. Io non voglio una città insicura, non voglio una città invasa per altri 5 anni da questo fenomeno e mi batterò con tutte le forze e tutti i mezzi. Se il problema non si risolve vado a casa, non mi accontento di dire: ci ho provato”.

L’elettorato del Laboratorio civico, con cui si è alleato, sulla carta gioca il ruolo decisivo domenica. Cosa dice a chi ha scelto Felicioni credendo nel civismo puro e ora non si riconosce in un’allenza con dei partiti?

“Dico che se hanno scelto Alessandro Felicioni ed il suo programma hanno dato fiducia ad una proposta radicalmente alternativa all’amministrazione uscente. Io non sono andato a chieder loro i voti, ho preso atto del consenso importante ricevuto da Felicioni e dal Laboratorio, li ho coinvolti in un progetto condiviso di cui saranno protagonisti attivi, in giunta e in Consiglio comunale, all’insegna di un cambiamento netto. Non conosco un modo più trasparente di onorare il voto dei cittadini. L’alternativa è tenersi ciò che c’è e che ben conosciamo”.

Tra due giorni si conoscerà il nome del sindaco: cosa vorrebbe dire al suo avversario?

“Io e Franchellucci siamo quasi coetanei, entrambi crediamo nella politica e la viviamo con passione. Non condivido nulla del suo modo di amministrare, nè metodi, nè obiettivi, nè visione della città, ma rispetto la persona e gli riconosco spessore politico. Sono felice di essermi misurato con lui, credo sia stata una sfida su alti livelli. Per questo vincere, domenica sera, varrà ancora di più”.


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