di Loredano Zengarini
foto di Gianfranco Mancini
In occasione della ventesima edizione del Veregra Street, che lo ha visto protagonista del Gran Varietà che causa maltempo ha dirottato gli spettacoli dalle vie del centro storico al Teatro La Perla, Piero Massimo Macchini ha anche presentato il suo secondo libro, “La Gente Mormorano”, dopo il successo de “Il Provincialotto”. Un libro che sulle orme del primo racconta dodici storie basate sugli stereotipi dei marchigiani, con la consueta ironia all’origine del successo del personaggio de “Il provincialotto”.
Nella sede del circolo culturale “Philosofarte” in un show improvvisato (ma sempre con il cellulare accesso perché in trepida attesa dell’arrivo del secondogenito). Annunciata anche l’uscita del terzo libro, che dovrebbe vedere la luce a novembre: una sorta di Vademecum del provincialotto doc, che dovrebbe uscire in occasione di un anniversario di cui però nulla è dato a sapere.
A prendere la parola per primo è l’editore Simone Giaconi. “La nostra linea editoriale è stata sempre quella di presentare autori marchigiani che parlino delle Marche: da qui è nata la collaborazione con Piero Massimo. Non ci aspettavano il successo del primo libro, o perlomeno non ce lo aspettavano nelle dimensioni in cui è arrivato”.
Poi è salito in cattedra l’autore, che ha dato inizio ad un piccolo show scusandosi di dover lasciare accesso il cellulare perché in attesa di notizie. Macchini ha esortato i soci del circolo culturale a tenerlo vivo, “perché di realtà come Philosofarte nelle Marche ce ne sono veramente poche”.
Poi la scoppiettante presentazione del libro, partendo dai blocchi dello scrittore che solitamente prendono gli autori tra un libro e l’altro, soprattutto se il primo ha avuto successo. “Ne ho avuti diversi perché il passaggio dal primo al secondo libro è difficile. Il primo è stato esofageo, poi è arrivato quello intestinale, quindi il blocca sterzo, ho avuto anche black block sotto casa. Infine, ho avuto un blocco all’autogrill perché se uno scrittore ha veramente successo il suo libro deve essere in vendita lì. Nel cercare il mio libro in vendita mi sono fermato a leggere la prima pagina del libro di Fabio Volo: lì ho avuto l’illuminazione che se scriveva lui, anche io potevo scrivere un secondo libro”.
Macchini ha proseguito sulla figura e sul ruolo svolto da Matteo Berdini. “Quando ho parlato con Simone (Giaconi, l’editore) del nuovo libro, lui alla fine mi ha detto: hai bisogno di un editor. Cosa che io non capivo dal momento che l’editore era lui. Matteo è un ragazzo marchigiano che vive a Roma. Quando ci siamo sentiti mi ha spiegato che lui doveva correggere i miei errori, cosa di cui secondo me non era necessaria, per questo in copertina abbiamo scritto con l’infruttuosa collaborazione di Matteo Berdini. Quindi, ne è nato un libro a quattro mani con le note a lato dell’editor”.
Alla domanda di una piccola fan che gli chiedeva cosa ne pensava degli e-book, Macchini ha risposto: “Questa è una cosa a cui l’editore sta pensando, ma veramente per il provincialotto più che ad un ebook stiamo pensando ad un audio libro”.
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