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Annibal Caro, il dirigente Ferracuti:
“I dati relativi alla situazione dello stabile andrebbero condivisi con la cittadinanza”

FERMO - Piero Ferracuti: "Comprensibile il mio sconcerto nel leggere le motivazioni con cui la Provincia, tre giorni dopo avermi risposto, ha chiesto la restituzione delle aule della Betti. Dovrei dedurre di essere stato tenuto all'oscuro sulle reali condizioni dell'edificio dell'Annibal Caro, o che la lettera inviata al Sindaco e all’ ISC Betti non si basi su elementi oggettivi e documentati"

 

“Esprimo le mie perplessità riguardo la lettera del 18 giugno con cui la Provincia di Fermo chiede al Sindaco la restituzione dei locali del polo scolastico attualmente occupati dall’ ISC ‘Betti’. In essa si afferma infatti che le analisi diagnostiche effettuate su tutti gli edifici scolastici con copertura lignea, simile a quella in cui è avvenuto il cedimento della capriata dell’aula numero 32 dell’ITI  Montani, hanno portato a definire un quadro conoscitivo puntuale del degrado di tali strutture e che in ragione di ciò la Provincia sarà obbligata a delocalizzare presso altre sedi alcune delle classi del Liceo Classico Annibal Caro, ovvero alcune di quelle del Istituto Montani”.

Il dirigente del Liceo Classico Annibal Caro prende ‘carta e penna’ e scrive alla Provincia di Fermo in merito al futuro dello stabile di Via Leopardi, auspicando una maggiore condivisione in merito alla stato dell’edificio:”Il sottoscritto in data 7 giugno, in considerazione del fatto che nella sede dell’Annibal Caro non erano stati effettuati altro che pochi brevi sopralluoghi nei primissimi giorni di chiusura, cui non era seguita altra ispezione, aveva inviato una motivata nota alla Provincia in cui chiedeva formalmente: 1) formale resoconto sulle indagini fin qui svolte con relativi risultati ; 2) tempistica degli ‘ulteriori approfondimenti’ di cui alla nota del 30 maggio u. s.; 3) entità e tempistica di eventuali interventi. Fu testualmente risposto, in data 15 giugno, che non appena si avranno gli esiti definitivi delle verifiche ne verrà data notizia a codesto Istituto. Non è più seguita altra comunicazione. Comprensibile pertanto il mio sconcerto nel leggere le motivazioni con cui la Provincia, tre giorni dopo avermi risposto, ha chiesto la restituzione delle aule della ‘Betti’. Dal momento che allo stato attuale la sede del Liceo ‘Annibal Caro’ risulta chiusa esclusivamente, secondo l’ordinanza sindacale del 30/05/2018 e la nota della Provincia di pari data, che testualmente recita: ‘Nelle more di ulteriori approfondimenti in programma per i prossimi mesi si ritiene indispensabile al momento in via precauzionale interdire integralmente la funzione dell’edificio sede del Liceo Classico Annibal Caro’, dovrei dedurre di essere stato tenuto all’oscuro sulle reali condizioni dell’edificio dell’Annibal Caro, o che la lettera inviata al Sindaco e all’ISC ‘Betti’ non si basi su elementi oggettivi e documentati. Peraltro al sottoscritto, presente ai sopralluoghi, non risulta che – in quel momento – fossero state rilevate criticità così gravi da non poter essere sanate entro il periodo estivo, o al limite interdicendo il solo corridoio interessato, che al momento non ospita classi”.

Ferracuti conclude: “Il fatto che nel programma triennale delle Opere Pubbliche 2018 – 2020 della Provincia non esistano voci specifiche relativamente al tetto dell’Annibal Caro potrebbe indurre a credere che non siano di rilevanza tale da essere nominate specificamente o non si abbia intenzione di procedere alle riparazioni di cui alla Lettera della Provincia al Sindaco e all’ISC ‘Betti’. Infine, le aule del Classico interessate non sono al momento utilizzate, senza contare che gli imminenti lavori di completamento al Liceo delle Scienze Umane creerebbero ulteriori spazi a disposizione dell’Annibal Caro. I dati relativi alla situazione dello stabile dell’Annibal Caro, oltre che a me in quanto Dirigente Scolastico, andrebbero condivisi anche con l’utenza e la cittadinanza, onde evitare quanto sta accadendo, ovvero reazioni sulla base di voci e dicerie anziché su una conoscenza puntuale e documentata dei fatti e delle situazioni, l’unica alla quale la Provincia dovrà attenersi per il da farsi”.

 


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