di Giorgio Fedeli
“Ho deciso di denunciare pubblicamente l’accaduto nella speranza che non si verifichi mai più. Ma non solo a noi”. E’ l’appello, e sì, anche la denuncia, di una mamma che nei giorni scorsi è stata invitata da una residente in piazza ad allontanarsi per un motivo che fa accapponare la pelle se si pensa che il figlio della donna ha dei problemi psico-fisici, insomma di andarsene perché il suo ragazzino urlava. L.D., queste le iniziali della donna, originaria del nord Italia, ormai da anni vive a Porto San Giorgio. E ama fare delle belle camminate con il figlio disabile. E, insieme, mamma e figlio, concludono le loro passeggiate in piazza Matteotti, o comunque in centro, dove il ragazzino di tanto in tanto sosta per ristorarsi.
“E questo è quello che abbiamo fatto nei giorni scorsi. Ma giovedì pomeriggio all’improvviso si è presentata una donna, mi dicono residente da quelle parti, che ci ha accusati di dare fastidio perché mio figlio urlava. Quella donna sostiene che mio figlio urla sempre, tutte le volte che è in piazza. Una menzogna. Un qualcosa di vergognoso, non abbiamo voluto discutere”.
E dopo qualche scambio di commenti tra quella donna, la mamma e la babysitter del ragazzino, e ovviamente qualche occhiata di fuoco, queste ultime se ne sono andate: “Ma sia chiaro, siamo andate via perché mio figlio ha delle esigenze, non certo perché ce lo ha detto quella donna. Non dimentichiamoci, oltretutto, che eravamo in uno spazio pubblico. Nessuno può cacciare nessuno. Comunque mi sono recata dai carabinieri per sapere se ci fosse un modo per evitare quell’offesa. Ora, se ricapita, i militari dell’Arma mi hanno garantito che arriveranno immediatamente. Ma quella donna non si è resa conto che pronunciando quelle parole ha ferito un ragazzino e una mamma, costretti a una situazione già molto difficile, a infierire su quella che comunque è già una ferita che uno tollera e sopporta con coraggio? Comunque mi ha fatto piacere ricevere nei giorni a seguire la solidarietà di diverse persone, tra cui anche alcuni disabili, che mi hanno rincuorata. Speriamo che fatti del genere non capitino più, non solo a noi. A nessuno”.
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Solidarieta ‘ senza se e senza ma…
Ma nessuno interviene?… se si trattava di razzismo o omofobia allora tutti i buonisti in prima fila…
Forse non e’ di moda aiutare chi ha veramente bisogno