LA LETTERA APERTA
I componenti del Tavolo della Legalità scrivono ai giovani del Fermano: “Il razzismo e la violazione dei diritti umani non possono essere tollerati”

RAZZISMO - "Vogliamo rivolgerci ai più giovani, in particolare, per dire loro che le cose che stanno accadendo, il clima che si sta determinando, non sono “normali”, né giusti; che non è accettabile – per ragioni etiche, civili, giuridiche – insultare chiunque per il colore della sua pelle, perché “straniero” e migrante, perché povero, perché omosessuale o, semplicemente, perché la pensa diversamente da noi. "

di Elisabetta Baldassarri, Giuseppe Buondonno, Roberto Cifani, Marianna Cinti, Maria Luisa Genito, Luciana Luciani, Marzia Malloni, Alessandra Mancini, Lucia Marcaccio, Susy Marziali, Piero Mennò, Marco Milozzi, Ombretta Morganti, Rita Pelacani, Anna Petrozzi, Luisella Pieroni, Renata Romagnoli, Massimo Rossi, Francesco Sandroni, Mina Viscione, Alessandro Volponi

Siamo un gruppo di persone (insegnanti, operatori sociali, rappresentanti delle istituzioni, cittadini) che da anni lavora, nel “Tavolo della legalità” della provincia di Fermo, per formare le coscienze dei giovani ai valori della democrazia, della pace, del rispetto dei diritti umani; cioè ai valori della Costituzione repubblicana, che, in questi 70 anni di vita dopo la sconfitta del nazifascismo, ha garantito – pur tra mille contraddizioni e in momenti difficilissimi – una convivenza civile e democratica.
Sentiamo il bisogno di scrivere, perché siamo sinceramente preoccupati per il ripetersi e il diffondersi, nel nostro Paese, di episodi di intolleranza e di violenza xenofoba e razzista. Una campagna di odio, di utilizzo della paura, il sempre più esplicito manifestarsi di posizioni, direttamente o indirettamente, riconducibili al fascismo e al nazismo, hanno creato un clima pericoloso e, sempre più spesso, si passa dalle parole ai fatti; parole e fatti che sono fuori da quella legalità democratica e civile che ispira il nostro lavoro quotidiano.

Vogliamo rivolgerci ai più giovani, in particolare, per dire loro che le cose che stanno accadendo, il clima che si sta determinando, non sono “normali”, né giusti; che non è accettabile – per ragioni etiche, civili, giuridiche – insultare chiunque per il colore della sua pelle, perché “straniero” e migrante, perché povero, perché omosessuale o, semplicemente, perché la pensa diversamente da noi. Ancor meno è tollerabile esercitare, nei suoi confronti, alcun tipo di violenza o discriminazione.
Educare ai principi costituzionali significa, per noi, anche insegnare a non “voltare la testa”, a non “far finta di nulla”, a non “farsi gli affari propri”; perché il diritto alla libertà e alla dignità di ciascuno di noi è messo in discussione, quando viene violato per i più deboli; perché la Costituzione prevede il dovere di difendere i diritti, anche per chi non ha la forza di farlo. Senza il coraggio di chi ha conquistato e difeso queste nostre libertà, di chi non ha “voltato la testa”, noi oggi non le avremmo; sono diritti e libertà spesso disattesi, ma sono beni preziosi, che reggono anche la possibilità di cambiare e migliorare la vita di tutte e di tutti.
Riteniamo anche che le Istituzioni (tutte, dalle scuole, ai Comuni, alle forze dell’ordine, fino ai livelli più alti) debbano avere la Costituzione e il dovere di educare i giovani ai suoi valori, come riferimento costante e quotidiano; e gli adulti, tutti gli adulti, devono sentire il dovere morale di questo sforzo formativo, sono sempre, nei confronti dei più giovani, educatori.

Il razzismo e la violazione dei diritti umani, in qualunque forma si manifestino, non possono essere tollerati. Siamo preoccupati, ma non disperati; vogliamo dare alle ragazze e ai ragazzi il senso della fiducia nella loro coscienza civile e umana, nel lavoro culturale di tante persone che sanno stare, con serenità ma anche con determinazione, dalla parte dell’umanità e della Costituzione.


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