“In questi giorni abbiamo letto di un cantar vittoria per i nuovi sviluppi della vicenda Fim. Ma intanto precisiamo che la richiesta è stata fatta dalla Fim e accolta dalla Sovraintendenza. Qual’è stato invece il ruolo dell’amministrazione di Porto Sant’Elpidio in tale situazione?” Se lo domanda il Laboratorio civico di Alessandro Felicioni, in merito all’apertura del procedimento per la revisione del vincolo sulla Cattedrale e la Palazzina uffici dell’ex fabbrica di concimi. Una novità salutata con grande soddisfazione dal sindaco Nazareno Franchellucci. Ma per i civici, l’Amministrazione comunale ha la responsabilità di “aver tergiversato all’infinito sulla bonifica fino a permettere che gli edifici vincolati si deteriorassero a tal punto da rendere impossibile il restauro conservativo. Ora, al di là dell’effetto estetico di non vedere più i ruderi nel panorama cittadino, non siamo così sicuri che si possa procedere facilmente all’abbattimento degli stessi”.
Il Laboratorio civico ricostruiscono le tappe passate dell’accordo sulla Fim, ricordando che “i beni da demolire costituivano parte integrante del risarcimento per equivalente al Comune, pattuito con la Fim nel lontano 2008. Però la cattedrale l’abbiamo persa per strada, quando nel 2012 il Comune si è accorto che non era possibile ristrutturarla a spese sue e quindi ha pensato bene di lasciarla alla proprietà permettendogli di farci un albergo, con una semplice delibera di giunta. In cambio la Fim ci ha promesso 1,4 milioni (a bonifica terminata) al netto dei costi per la ristrutturazione della palazzina uffici. Costi di cui si ignora l’entità non essendo presente alcun progetto per tale ristrutturazione. Il tutto garantito da sequestro convenzionale sui beni da consegnare, con il Presidente della Provincia in qualità di custode”.
Felicioni e il suo gruppo fanno notare come ad oggi la transazione del 2008 non sia “mai stata modificata nella parte del risarcimento danno ed è ancora valida, a tutti gli effetti visto che non pensiamo che un atto pubblico bilaterale possa essere modificato da una delibera di giunta comunale. Ed è valida anche nella parte in cui prevede il sequestro convenzionale sui beni, fino alla bonifica e alla consegna degli stessi al comune da pare della Fim. Ammesso e non concesso che la modifica della transazione possa essere resa efficace, la palazzina uffici è ancora parte integrante del risarcimento del danno ambientale provocato dalla Fim. La stessa transazione prevede che, se viene meno il sequestro, la Fim deve costituire garanzia fideiussoria a favore del comune per l’importo di euro 1,5 milioni. Se buttano giù tutto ci sembra che ci sia poco da sequestrare, quindi pensiamo che la Fim, trasformato il vincolo, dovrà far rimuovere il sequestro per procedere all’abbattimento e, contestualmente presentare un’altra polizza fideiussoria a favore del comune. In mancanza di ciò, ci scotterà l’ennesimo falò”.
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