
La decisione del sindaco Alessio Terrenzi di chiudere la scuola dell’Infanzia di Casette d’Ete ha scatenato polemiche e proteste. A queste si aggiunge la presa di posizione dei gruppi consiliari di minoranza di Democratici e Popolari, Può essere meglio e Forza Italia , che in una nota contestano diversi aspetti.
Si parte da una “inesistenza dei presupposti legali per la chiusura”. Secondo l’opposizione, “il certificato di vulnerabilità sismica, la cui mancanza è la fonte della decisione, può essere prodotto sino al 31.12.2018, essendo stato posticipato i primi di agosto dal decreto cosiddetto Milleproroghe, il termine entro il quale debbono essere sottoposti a verifica di vulnerabilità sismica gli immobili adibiti ad uso scolastico situati nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2”.
Inoltre, “la sicurezza degli edifici comunali è per legge ascrivibile al sindaco, pertanto spetta a lui produrre la relativa documentazione riguardante il rispetto della normativa sulla sicurezza di cui – oggi – egli lamenta la mancanza”.
L’ultimo punto riguarda la certificazione di conformità dell’abbattimento delle barriere architettoniche che, secondo la minoranza, “non è stata mai prodotta sino ad oggi dal precedente gestore perché nessun bambino disabile ha mai frequentato la scuola d’infanzia. Ciò non toglie che nel momento in cui la scuola viene presa in carico dal Comune, questi ha l’obbligo di eseguire i lavori di adeguamento ed eventualmente compensare i costi sostenuti con i canoni di locazione da pagare al proprietario della struttura”.
Diversi anche gli interrogativi che ruotano intorno alla vicenda: “Si può chiudere una scuola sulla base di una lettera anonima? è condivisibile la preoccupazione sulla sicurezza degli ambienti scolastici, ma questa preoccupazione non doveva essere preventivamente risolta in previsione dell’inizio dell’anno scolastico? Quando il Comune, nel corso del 2017, prese in carico la scuola, non aveva effettuato le verifiche di sicurezza del caso che oggi tanto preoccupano il Sindaco”.
Una vicenda, concludono, che sembrerebbe mostrare la grande distanza fra l’Amministrazione comunale e la cittadinanza. “Nessuna riunione, nessun incontro, solo sterili comunicati di chi si vantava di esser l’alfiere della partecipazione. Un’ulteriore conferma della capacità di amministrare del sindaco, il quale ha inoltre riferito che il servizio mensa non poteva essere fornito perché la ditta appaltatrice ha segnalato la mancanza di alcune attrezzature. Possibile che una ditta di ristorazione o il Comune non sia in grado di reperire in tempo utile i soli banchi di lavoro visto che la cucina era utilizzata solo per lo sporzionamento dei pasti? In merito al problema muffa: crediamo sia fisiologica per una stanza chiusa da più di 3 mesi. A chi spetta la normale cura e manutenzione degli ambienti scolastici? Sempre al Comune. Che dire poi della lettera consegnata a mano con ‘l’ultimatum’ al Parroco nel quale si faceva richiesta di produrre tutta la documentazione in oggetto, in meno di 24 ore? Domande che difficilmente troveranno una risposta seria. Certo è che quanto è successo oggi rimarrà nella mente dei cittadini del quartiere di Casette d’Ete. Sindaco, accetti un consiglio – concludono i consiglieri rivolgendosi allo stesso Terrenzi -: per Casette meno rotonde inutili e più servizi scolastici”.
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