di Alessandro Giacopetti
Svolta questa mattina nella sede della Carifermo spa, la cerimonia di consegna di una copia della Costituzione italiana a studenti diplomati delle scuole superiori fermane: i licei Classico, Scientifico e Artistico, l’Istituto Tecnico Montani, l’ITET Carducci-Galilei e l’Ipsia Ricci.
Una mattinata introdotta da Sara Malaspina, del Coordinamento Democrazia Costituzionale, che ha organizzato l’appuntamento patrocinato dal Comune di Fermo e dalla Fondazione Carifermo: “Una iniziativa che ha senso solo se sapremo essere custodi della memoria dei sacrifici necessari per arrivare a stilare la Costituzione – ha detto la Malaspina, leggendo poi una dichiarazione del magistrato Antonino Caponnetto.
Francesco Trasatti, vicesindaco di Fermo ha definito la “Costituzione un vocabolario da usare nella vita, al fine di dare il giusto peso alle parole. Ad esempio Repubblica e Valori. Costituzione che può essere modificata – ha detto Trasatti – ma con cura; docenti e scuole sono impegnati nella promozione dei valori di comunità e di educazione civica”.
Alla presenza di rappresentanti della Polizia di Stato, è stato poi Alberto Palma, presidente Fondazione Carifermo a ricordare che questo è un “appuntamento ricorrente incentrato sui valori condivisi che sono alla base della Costituzione italiana, varata dopo una negoziazione tra le parti politiche nel dopoguerra. Valori che vanno ribaditi e praticati”.
Al centro della cerimonia organizzata dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, l’intervento di Ernesto Napolillo, Sostituto Procuratore Generale ad Ancona: “Nel percorso di formazione dei giovani non può mancare la conoscenza della Costituzione che bisogna vivere, applicare e custodire”, ha detto, prima della proiezione di un estratto video di Roberto Benigni incentrato sulla Costituzione. Napolillo si è poi soffermato sul concetto di libertà, e sul tema della giustizia in rapporto con la Magistratura: “Una Costituzione che non vieta ma favorisce l’iniziativa del cittadino, puntando sul desiderio e sulla voglia di fare. Una carta che garantisce l’uguaglianza dei cittadini, ricordando che la libertà di ciascuno termina dove inizi la libertà degli altri. Ma ricordiamoci che quanta più libertà chiediamo, tanti più doveri e responsabilità ci carichiamo sulle spalle. Sono come due facce di una stessa moneta”.
L’ultima parte dell’intervento ha riguardato il piano iconografico della giustizia, rappresentata sempre, nelle varie culture e nel corso della storia come una donna. “Il potere è, invece, rappresentato da figure maschili, mentre la giustizia dalla figura femminile, bendata, con in mano una bilancia e la spada e con il ginocchio destro scoperto. Questo perché ha il compito di controbilanciare il potere. È bendata per non farsi condizionare dalle persone potenti e rendere tutti uguali davanti alla legge” – ha concluso Napolillo.
Conclusioni affidate a Saturnino di Ruscio, del Coordinamento per la democrazia costituzionale: “La costituzione riconosce diritti preesistenti e stabilisce anche le regole del gioco per l’applicazione”. Citando lo scrittore Joseph Rudyard Kipling, Saturnino di Ruscio ha suggerito un esercizio mentale da applicare quando sentiamo parlare di riforma della Costituzione, tema che torna ciclicamente nel dibattito politico. Si tratta di un esercizio mentale per stabilire chi può cambiare la Costituzione, cioè i componenti del parlamento legittimati dal voto popolare, in quanto rappresentanti eletti seguendo regole dettate dall’articolo 138: “Una Costituzione che deve essere comprensibile a tutti e la cui eventuale modifica incide sulla vita di tutti. Non può chiedercelo l’Europa ma l’impulso deve venire dalla comunità dei cittadini” – ha concluso Saturnino di Ruscio.
Al termine degli interventi copie della Carta magna, accompagnate dal diploma “Sentinella della Costituzione” sono state consegnate agli studenti, alla presenza di alcuni insegnanti e dirigenti scolastici, tra questi la dirigente Cristina Corradini dell’ITET “Carducci-Galilei” di Fermo e Roberto Vespasiani del Polo “Carlo Urbani” di Porto Sant’Elpidio.
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