Contrada Valloscura di Capodarco
Riflettori accesi su contrada Valloscura di Capodarco. Mai, come questa volta, un modo di dire così comune calza a pennello per la protesta di molti residenti, non solo nella via, che tornano a chiedere, con tanto di petizione scritta, alcuni interventi migliorativi per l’ultimo tratt0 della strada, quello “più periferico” della frazione. Per prima cosa vogliono l’installazione di tre lampioni, in aggiunta a quelli già presenti, per illuminare la strada anche di fronte alle ultime case. “Imbocchi pericolosi -sostengono- e c’è chi cammina a margine della strada per recarsi fino al centro della frazione”. Ecco allora la seconda richiesta, prolungare i marciapiedi in direzione di Porto San Giorgio. “Non riusciamo a capire perché questi 150 metri di strada siano stati abbandonati -rimarcano i firmatari della petizione- siamo cittadini fermani come lo sono gli atri ed abbiamo necessità di questi servizi”.
Le loro richieste sono state protocollate in comune ed indirizzate tanto agli amministratori quanto ai consiglieri nella speranza che qualcuno “ci aiuti in questa battaglia” che, può sembrare assurdo, ma va avanti da quasi cinquant’anni. E di amministrazioni che hanno guidato la città ne sono passate in mezzo secolo. “Ma noi siamo sempre qui a chiedere sicurezza”. Già perché oltre alle infrastrutture i residenti hanno a che fare con il problema della velocità dei mezzi. “Prigionieri del traffico” denunciano “da diverso tempo non funziona neanche il semaforo dissuasore che era stato installato a metà via per rallentare la velocità e come se non bastasse da qualche mese uno dei lampioni al led si è rotto e non è stato sostituito”. E poi l’affondo contro l’amministrazione comunale. “Per lo sport e gli impianti però i soldi si trovano. Noi forse siamo fantasmi perché viviamo nella periferia di una frazione”. Ed infine una provocazione. “Chiederemo al comune, almeno per il periodo estivo, di concordare con la Steat qualche corsa di autobus in più verso Porto San Giorgio”. Come a dire “ormai ci sentiamo più sangiorgesi che fermani”.
Sa. Ren.
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