di Andrea Braconi
L’antico, il moderno, il fare sistema: sono le parole chiave dell’evento formativo che verrà ospitato dall’ITT Montani di Fermo il prossimo 25 ottobre e che vedrà la partecipazione delle aziende Farnell e Kunst Engineering.
“La Farnell – spiega a Cronache Fermane la dirigente scolastica Margherita Bonanni – è una ditta importante, che entrerà nel comitato tecnico scientifico. Un’azienda con la quale abbiamo intenzione di collaborare per progetti di alto livello nel campo dell’elettronica e delle comunicazioni”
Andrea Montanari, account manager della stessa Farnell, sottolinea come nel rapportarsi con lo storico istituto fermano si sia partiti dall’idea di avvicinare il banco della scuola al banco del lavoro. “Grazie anche alla preside c’è questa volontà di avvicinare le due parti. Il mondo educational è tra i nostri punti fermi, vogliamo dare supporto e sviluppo. Quello che ci aspettiamo è che gli studenti di oggi siano i futuri ingegneri di domani. Per tale motivo è iniziata questa sinergia, che sta prendendo sempre più forma. Sono state varie le collaborazioni messe in piedi, fino a sfociare a questo evento tecnico del 25 ottobre, che avrà un lato aziende ed un lato educational per presentare le applicazioni sviluppate all’interno dell’istituto e anche da altri clienti su determinate piattaforme hardware che noi commercializziamo”.
Ad entrare nei dettagli è Anna Vallaro, responsabile marketing di Farnell. “Sarà una giornata interamente dedicata a questo contatto con le aziende che hanno collaborato sia con l’Istituto Montani che con noi alla realizzazione di prodotti demo o finali, utilizzando la scheda Raspberry PI, nata per il mondo educational ma della quale poi è stata scoperta una potenzialità incredibile; per questo è già all’interno delle applicazioni industriali. La giornata riassume la mission della scheda, con una prima parte dedicata alla presentazione di demo e progetti realizzati da nostri clienti, mentre nella seconda si potranno vedere le potenzialità del Raspberry Pi per le scuole. Ci sarà quindi questa presentazione da parte del Montani sui loro progetti, piuttosto che la possibilità di utilizzare il kit per il registro elettronico. Ci saranno delle conferenze tecniche, con presentazioni in aula e poi un’area demo dove si potranno vedere questi prodotti”.
Un passaggio importante per l’istituto scolastico, quindi, che riduce sempre più la distanza tra mondo della formazione e dell’impresa.
“In Italia c’è ancora un gap abbastanza importante tra formazione quando si esce e mondo del lavoro, se paragonato ad altre Nazioni europee – aggiunge Maria Jose Massaro, regional sales manager Italia di Farnell -. Ad oggi questo gap è colmato sostanzialmente dall’azienda, che investe nella loro formazione una volta terminati gli studi. Fare in modo che questi due mondi siano più vicini è un obiettivo molto importante per un’azienda come la Farnell. Essendo noi un distributore di componenti elettronici ed elettromeccanici, va da sé che se gli studenti utilizzano un distributore ai service come Farnell è un qualcosa che si porteranno nel proprio bagaglio culturale e che, un domani, utilizzeranno nel mondo del lavoro. Intervenire in queste fasi iniziali per il nostro core business è una garanzia per i futuri ingegneri di domani e per le aziende di domani, come ribadito dal collega Montanari. Sono attività che la Farnell segue attentamente non solo in Italia ma in tutta Europa, ed il Raspberry Pi è essenzialmente lo strumento che ci permette di collegare questi due mondi”.
Pluridiplomato e figlio di docenti del Montani, l’insegnante Roberto Lulli è il punto di contatto tra scuola e azienda. “Introdurrei le parole chiave dell’evento: l’antico, il moderno, il fare sistema. Antico perché tutto questo progetto è nato da una collaborazione con un’azienda fondata dal figlio di un nostro ex studente. E questo legame è stato talmente forte che quando il figlio è venuto a sentire una conferenza qui ha subito voluto fare qualcosa. Moderno perché questo tipo di collaborazione entra pienamente all’interno della legge della Buona Scuola, nella quale esiste uno stralcio dedicato all’ingresso delle aziende in qualità di stakeholder. Tramite questa azienda, quindi, c’è stato un fare sistema, altra parola chiave che gira da parecchi anni”.
Ma cosa fanno concretamente gli studenti con questa strumentazione? “Si tratta di un prodotto che negli ultimi anni si è evoluto, fino ad avere la potenza di un calcolatore completo – prosegue Lulli -. Possiamo sia utilizzarlo sia come sistema embedded da integrare all’interno di una macchina, sia come calcolatore stand alone che può arrivare a sviluppare progetti non solo nell’ambito educational ed industriale. Vi è anche un ricco settore di ricerca scientifica, finanziato con i fondi Horizon 2020 della Comunità Europea, che riguarda questo tipo di tecnologia in applicazioni che toccano anche la fisica, l’astronomia e il mondo industriale in genere”.
Una tecnologia che ha aperto molte strade e che il personale docente del Montani vorrebbe esplorare. “Cerchiamo di agganciare anche altre realtà con cui la scuola ha già delle convenzioni – prosegue Lulli -. È importante espandersi in tutte le direzioni al fine di potere valorizzare al meglio la scuola, le competenze degli insegnanti, la ricaduta didattica sugli studenti che dovrebbe poi trasformarsi in una loro maggiore professionalità, permettendogli di integrarsi con rapidità nel mondo del lavoro come accadeva negli anni ’60, quando gli studenti del Montani uscivano da qui, entravano in azienda e trovavano gli stessi macchinari e prodotti. Lì il tempo di apprendimento si riduceva a zero. Nel corso degli anni, anche a causa della mancanza di risorse, questa cosa è andata un po’ persa ma è uno degli obiettivi del nostro progetto che vorrebbe portare gli studenti a contatto non solo con l’industria e il mercato, ma con le ultime tecnologie”.
In un territorio con aziende prettamente artigianali, che si rifanno molto alla capacità manuale, che trovano grandi difficoltà nel presentarsi su mercati internazionali, l’industria 4.0 sembra aver accentuato il gap tecnologico impedendo alle stesse imprese di poter approfittare di tutte le iniziative poste in essere dallo stesso provvedimento. “Potrebbe essere un sistema di rilancio – ipotizza Lulli – a patto che vi siano persone preparate in questo tipo di sviluppo. La scheda noi l’abbiamo saggiata in diverse parti, tra cui quella relativa all’intelligenza artificiale. Ho già visto dei progetti in cui quel tipo di piattaforma può essere fondamentale per questo tipo di sviluppo, perché permette rapidamente di portare le macchine in rete, senza grossi investimenti monetari da parte delle aziende”
E sullo sguardo sempre più multiforme del Montani punta l’attenzione la preside Bonanni. “La straordinaria situazione che si vive qui è dovuta a questa contaminazione continua di competenze di alto livello, tra chimici, meccanici, elettronici ed altri ancora. Competenze che incontrandosi si ampliano, non c’è un settore chiuso ma sono partite delle collaborazioni che fanno solo crescere e bene i nostri studenti. L’ambiente è diventato collaborativo e stimolante. Nel caso specifico, hai la possibilità di parlare con un’azienda che fa queste schede, le utilizza, le mette a disposizione, c’è tutto un mondo di innovazione che si vive, si respira e nel ragazzo nasce lo stimolo a fare personalmente una ricerca”.
Ad illustrare le caratteristiche della Kunst Engineering è l’amministratore Enrico Svampa. “Ci occupiamo di sviluppo, disegno e produzione di device elettronici e c’è una serie di progetti che stiamo vedendo insieme al professor Lulli, che mi ha fatto conoscere un ambiente attivo e dinamico dove la gente tende a rimboccarsi le maniche, a partire dalla preside. Il concetto è dare del supporto alla scuola verso tecnologie che poi abbiano un’applicazione reale nell’industria. Qui ho visto l’intenzione di formare persone per la realtà industriale, che è quello che aziende come la nostra cercano. Il 25 ottobre mostreremo sia dei prodotti che nascono basati sulla tecnologia messa a disposizione, la Raspberry PI, ma anche un percorso nel quale si illustreranno come alcuni progetti iniziano con dei tool tipicamente didattici, quindi quelli che si comprano normalmente. Mettendo insieme i vari oggetti si porta allo stadio di un’applicazione che funziona e le stesse tecnologie possono essere trasportate in ambito industriale realizzando un prodotto. Si fa vedere quello che si riesce a fare a livello didattico e come questo potrà essere trasportato in ambito industriale”.
E gli ambiti di utilizzo, come spiega Svampa, sono molteplici. “Si va da quello medicale (ad esempio i sistemi diagnostici) a quello industriale. Per un pastificio che ha iniziato realizzeremo un monitor per il frigo attraverso il quale si tengono sotto controllo temperatura e umidità, oltre alle aperture tramite sensore. È un fattore importante in termini di giacenza e tracciabilità, quindi sul fronte della sicurezza alimentare”.
Un altro esempio concreto del livello di collaborazione è il progetto illustrato dal professor Lulli, riguardante l’Agraria e la stessa Kunst, con il possibile coinvolgimento dell’Università di Camerino. “Prevede il monitoraggio degli inquinanti che danno fastidio alle api, che non sono soltanto il simbolo della nostra scuola ma oggi anche un grosso problema nell’agricoltura: sono le api, infatti, che vanno ad impollinare i fiori e permettono di ottenere la produzione di frutti. La loro riduzione, causata da pesticidi, ha provocato grossi problemi proprio a livello di produzione. Tramite il Raspberry Pi realizzeremo dei sistemi di monitoraggio degli inquinanti. Per lo sviluppo di tecnologia ad alto livello ci appoggeremo alla Kunst, che ci farà delle schede apposite con sensori al fine di monitore gli inquinanti e vedere il loro contributo nella decrescita delle api”.
“È un’altra forma di sinergia tra competenze diverse – sottolinea la Bonanni -. Unire più aspetti tecnologici crea una forza incredibile. Bisogna essere aperti a tante soluzioni e a tante strategie. Penso al corso di energia che è partito e che sta riscuotendo un grande interesse, oltre ad avere un’importanza strategica intersecandosi con agricoltura, informatica, riciclo e tanto altro ancora, in un mondo dove l’economia circolare sempre più richiede buone basi di tecnologia”.
Bonanni che nel concludere l’incontro spezza una lancia a favore delle nuove generazioni. “Sono preparate e soprattutto, muovendosi in maniera diversa, diventano da stimolo anche per noi adulti”.
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