di Pierpaolo Pierleoni
“Ogni cosa che ci accade ha un senso. E paradossalmente, anche se subito non riusciamo a comprenderne il significato, succede sempre per il nostro più alto bene”. Questo il messaggio che Gessica Notaro ha lanciato stamattina agli studenti del Polo scolastico Urbani di Porto Sant’Elpidio. Gremita l’aula magna per l’incontro, promosso dall’associazione CivitaSvolta, con la 28enne aggredita con l’acido, il 10 gennaio 2017, dal suo ex compagno.
Un attacco di cui porta ancora i segni sul volto, ma da cui la giovane è ripartita con coraggio, determinazione, positività. fino a diventare un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Sono passati 22 mesi da quella notte in cui l’uomo che aveva lasciato le ha vuotato addosso una bottiglietta d’acido. Gessica ha subito diversi interventi, indossa una benda a coprire l’occhio sinistro, rimasto gravemente lesionato. Al grande pubblico è apparsa in forma smagliante, qualche mese fa, a Ballando con le stelle. Racconta la sua storia perché “man mano che il tempo passa scegli se vivere da vittima, oppure da guerriera, come mi dicono tutti, anche se io non mi sento una guerriera. La forza la trovi dal saper scegliere le persone di cui circondarti, che ti trasmettano energia positiva, nello spendere il tempo facendo cose che arricchiscono”.
La bellezza, per lei, è energia: “Molti, ipocritamente, sostengono che la bellezza sia nell’anima. Io credo invece che la bellezza sia energia. Ad ognuno arriva un feedback di ciò che sento. Se mi sento brutta ti arriva questo messaggio, proverai pena. Se mi sento ‘figa’ anche questo arriva, e strappa un sorriso”.
“Vado nelle scuole – racconta la donna – perché credo sia questa l’età in cui si iniziano a costruire rapporti anche sentimentali importanti. L’età delle violenze si sta notevolmente abbassando e credo sia utile portare questi messaggi tra i più giovani, magari danno per scontate tante cose, ma quando inizio a parlare, poi si accende un campanello d’allarme. Dai ragazzi ricevo spesso domande interessanti, le questioni che mi pongono, più volte mi hanno fatto riflettere. Un bambino delle elementari una volta mi ha chiesto se riuscirò mai a perdonare il mio ex. E’ una domanda che mi ha spiazzato. Ci penserò quando riconoscerà le sue colpe, dato che continua a negare ciò che ha fatto”.
Se le si chiede della violenza, Gessica dice che potrebbe parlarne per giorni: “E’ un’escalation, anche il carnefice non pensa di spingersi fino al punto di uccidere, almeno all’inizio. Quando una persona inizia ad avere atteggiamenti sbagliati, talvolta, inconsapevolmente, rafforziamo le loro condotte, perché rimaniamo vittime di una manipolazione. Oggi si è sempre meno abituati a ricevere dei no, invece è essenziale essere chiari. No è no. Il mio ex non era possessivo all’inizio, forse doveva allarmarmi la mancanza di rispetto sulle piccole cose “.
Ricorda le tappe del rapporto col suo carnefice, Eddy Tavares. “Lui era stato abbandonato da bambino, spesso persone così, che non hanno ricevuto amore, non sono capaci di darne. Quando diventi vittima di stalking, capita anche di avere persone giuste intorno, ma finisci per odiare tutti e rifiutare chi ti offre aiuto”.
Parla di giustizia, sostiene la battaglia per l’introduzione dell’omicidio di identità, per inasprire le pene verso chi commette reati come quello che ha subito. “Potrebbe essere un’idea, per casi come il mio, non ammettere il rito abbreviato, che consente di ridurre le pene”. La Notaro traccia il profilo tipo dell’aggressore, “spesso un narcisista, magari una persona affermata o di potere, che abusa della sua posizione; altro tipo di narcisista è il complessato, che tenta di schiacciare il partner per sentirsi più in alto. Spesso questi soggetti sono abili manipolatori, si sanno vendere bene all’inizio, sembrano principi azzurri, sanno fare le vittime, sanno farci sentire in colpa e non all’altezza, poi ti danno dei contentini in cui appaiono come li vorresti e ti fanno chiedere chi sia veramente la persona che hai accanto. Noi ragazze a volte abbiamo la sindrome delle crocerossine. Ma le persone non cambiano. I lati negativi nel tempo non fanno altro che peggiorare. Si possono smussare gli angoli del carattere di una persona, non la sua indole”.
Usa i social per lanciare messaggi positivi, Gessica, eppure non le mancano gli haters, ma non se ne cura: “Certi individui mi danno la certezza che ci sono persone con problemi più gravi dei miei”.
Sa di essere diventata un simbolo, e questo, ammette, “aiuta anche me, mi dà una grande forza. Perché magari ho perso la faccia, ma posso salvare tante altre persone”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati