Potere al Popolo, delusione
e addio dell’assemblea fermana
che dà vita a Casa del Popolo

FERMO - "Ha senso immaginare Potere al Popolo! come una sorta di ennesimo partito? Pensiamo che occorra piuttosto una rete di movimenti aperta, radicalmente democratica e non gerarchica"

L’assemblea fermana di Potere al Popolo! dice addio al movimento e dà vita a Casa del Popolo. 

“In questi giorni si voterà il coordinamento nazionale di ‘Potere al Popolo!’ e noi compagni fermani promotori ed animatori dell’assemblea territoriale – fanno sapere dall’assemblea fermana di Potere al Popolo! – siamo delusi dalla direzione imboccata dal processo costituente di Potere al Popolo!

Ci costa enorme fatica dover dichiarare il nostro disagio, ma qualsiasi impegno politico autentico richiede delle scelte trasparenti.

Quando a novembre di un anno fa aderimmo all’appello dei compagni napoletani dell’Ex-Opg Je So Pazzo, lo facemmo convinti di quel passaggio del manifesto fondativo nel qual si dichiarava che Potere al Popolo! sarebbe stato “un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista, comunista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all’opposizione e non si sono arresi”.

Lo facemmo, perché quel manifesto prefigurava un movimento politico che fosse uno spazio democratico fondato sulla partecipazione e sulle esperienze di auto-organizzazione: un luogo, nelle sostanza, dove poter attuare pratiche di trasformazione sociale.

Questo è ciò che abbiamo raccontato in campagna elettorale, nelle innumerevoli assemblee organizzate sul territorio provinciale, questo è quello che abbiamo continuato a raccontare nelle assemblee post-campagna elettorale. Sono stati mesi impegnativi, ricchi di incontri e di iniziative politiche, fino alla nascita di una casa del popolo; sono stati mesi nei quali abbiamo praticato la democrazia attraverso il metodo del consenso, rispettando i tempi, le storie e le idee di tutti, e abbiamo agito così non perché siamo migliori di altri, ma perché questa doveva essere l’essenza di Potere al Popolo!, e chi ha aderito ha colto la possibilità di praticare la radicalità nella condivisione.

Cosa è accaduto tuttavia, in questi mesi, al processo costituente di Potere al Popolo?

E’ accaduto che a livello di coordinamento nazionale sono state, a nostro avviso, messe in discussione le ragioni fondative del nostro stare insieme, con una conta divisiva sullo statuto, utilizzato per regolare questioni politiche che andavano affrontate in ben altro modo.

L’assemblea fermana di Potere al Popolo! all’alba della votazione sullo statuto, ha prodotto una critica pubblica all’inversione decisionista del percorso e ha avanzato la sua proposta per un movimento che valorizzi ciò che unisce, non ciò che divide. Al tentativo di trasformare Potere al Popolo! nell’ennesimo partito, con elementi di plebiscitarismo e verticismo, tradendo nella sostanza i principi su cui era nato, ci siamo opposti fermamente.

La domanda a cui abbiamo voluto rispondere è la seguente: ha senso immaginare Potere al Popolo! come una sorta di ennesimo partito, nel quale si decide, più o meno democraticamente, la linea politica per poi cercare di remare tutti nella stessa direzione? C’è bisogno di questo? Noi pensiamo di no, pensiamo che occorra piuttosto una rete di movimenti aperta, radicalmente democratica e non gerarchica, che abbia nella sua costitutiva pluralità la principale ricchezza. Una rete i cui nodi fondamentali siano le assemblee territoriali, soggetti politici sovrani, veri collettivi dove non ci siano votazioni e fazioni, ma si prendano decisioni comunitariamente attraverso il consenso.

Dal nazionale tuttavia, non vi è stato alcun ripensamento, nonostante le critiche arrivate da più parti e gli abbandoni di soggetti organizzati e non, fino alla votazione dello statuto a cui hanno partecipato appena un terzo degli aventi diritto al voto.

Oggi la delusione è tanta, e sentiamo il peso di una scelta che sembra contraddittoria rispetto al lavoro di mesi e mesi, ma se l’obiettivo è quello di tenere aperto uno spazio territoriale praticabile di confronto democratico affinché, la dignità del lavoro, la solidarietà, la lotta al razzismo, l’antifascismo, l’antiliberismo, l’uguaglianza orientino la nostra quotidiana militanza politica, non abbiamo alternative: l’assemblea di Potere al Popolo! della provincia di Fermo annuncia la sua uscita da Potere al Popolo! per trasformarsi nell’assemblea della Casa del Popolo.

La Casa del Popolo resterà uno spazio plurale e radicale, di studio ed approfondimento, di socializzazione e di solidarietà attiva, di confronto e dialogo con tutti quei soggetti collettivi ed individuali che sul territorio condividono i nostri valori di fondo.

Confronto e dialogo che pensiamo debba esserci anche con Potere al Popolo! di cui riconosciamo la legittimità delle sue scelte, pur non condividendole. La Casa del Popolo non è concorrenziale a coloro che hanno il nostro stesso orizzonte strategico, riteniamo tuttavia, che siano altri, più inclusivi ed aperti, i percorsi da mettere in campo per la costruzione del blocco sociale e dell’alternativa antiliberista di massa in questo Paese”.

I firmatari della Casa del Popolo Fermo sono Lucia Interlenghi, Fermo, Daniele Rossini, Fermo, Stefania Castellucci, Fermo, Federico Quondamatteo, Fermo, Cosimo Del Faro, Fermo, Luigi Monterubbianesi, Fermo, Diletta Parrino, Fermo, Alessandro Volponi, Fermo, Maria Paola Volponi, Fermo, Patrizia Serafini, Fermo, Michela Valeri, Porto San Giorgio, Giorgio Raccichini, Porto San Giorgio, Antonio Gareri, Sant’Elpidio a Mare, Elena Pompa, Sant’Elpidio a Mare, Alberto Procaccini, Porto Sant’Elpidio, Alessandro Fortuna, Montegiorgio, Silvia Marani, Falerone, Marco Mani, Smerillo, Roberto Ercoli, Amandola.


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