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Upgrade: un thriller sci-fi che fa riflettere sull’intelligenza artificiale

Per gli appassionati di cinema la recensione di Giuseppe Di Stefano

Direttamente ispirato all’era dei film come Robocop e Terminator (con un accenno al classico horror del 1959 di William Castle, Il Mostro di Sangue), Upgrade riprende elementi della tecnologia attuale: auto senza conducente, funzioni domestiche attivate attraverso la voce e chip per aiutare le persone con lesioni del midollo spinale a riprendere la mobilità, per poi spingersi fino ad idee da far drizzare i capelli.

In apertura, su una serie di tremanti linee di onde sonore, i nomi delle varie case di produzione vengono recitati da una fredda voce femminile di tipo Siri, senza testo o caratteri tipografici appariscenti. L’effetto è assolutamente sorprendente e per una frazione di secondo ci troviamo a dubitare se sia stato attivato il servizio di assistenza vocale. Ciò significa che, già prima di vedere una singola immagine filmata, il film ci fa pensare ad un’intelligenza artificiale che si fa beffe di noi.

Upgrade è il secondo film da regista per Leigh Whannell (Insidious 3), lo scrittore e produttore australiano dietro ai franchise di Saw e Insidious. La trama si concentra su Gray Trace (Logan Marshall-Green), un uomo di vecchio stampo che ascolta musica sul giradischi mentre ripara macchine d’epoca nel suo garage di periferia e sua moglie Asha (Melanie Vallejo), che porta a casa lo stipendio con il suo lavoro in una compagnia di robotica.

Una notte, Gray, nel tentativo di impressionare Asha, la porta a visitare uno dei clienti della compagnia, un miliardario tecnologico di nome Eron Keen (interpretato da Harrison Gilbertson), che mostra loro il suo ultimo capolavoro: un chip a forma di scarafaggio chiamato STEM che lui dice essere l’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale. Sulla strada di casa, la macchina senza conducente di Asha va in tilt andando a sbattere violentemente. Risultato: Asha perde la vita e Gray rimane paralizzato dal collo in giù.

Tornato a casa, il depresso Gray non riesce a darsi pace e lo vediamo più volte impegnato nel capire come uccidersi, fino a quando Eron non si presenta in ospedale proponendogli di sottoporsi ad una procedura chirurgica top secret che prevede l’inserimento del chip STEM nella sua colonna vertebrale. Così potrà camminare di nuovo e avere, in aggiunta, anche dei superpoteri. L’uomo accetta, ma ovviamente ci saranno delle controindicazioni: vedremo quindi STEM parlare con lui (a mo’ di voce interiore), dargli consigli e prendere pieno controllo del suo corpo, ma in cambio Gray diventerà una spietata macchina da combattimento a corpo a corpo, con la tendenza a combattere fino alla nausea.

Giuseppe Di Stefano


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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