di Sandro Renzi
Diecimila presenze in un anno. Non conosce crisi il Museo del mare allestito al pianto terra di Riva Fiorita. I numeri sono in crescita, esattamente come la curiosità di quelli che, entrando in quel posto a metà strada tra favola e realtà, si fanno cullare dai racconti del suo artefice, Stefano Campussè, e da un’atmosfera che racchiude al suo interno la stessa profondità dei mari, protagonisti assoluti di questa struttura sostenuta anche dal Comune. Circa 400 metri quadri dedicati alla conoscenza del mare e della sua storia e di tutto ciò che con il mare ha a che fare. Un percorso adatto ai bambini ed agli studenti. Basti pensare che lo scorso anno sono stati accolti in due mesi 1.500 giovani visitatori. Classi provenienti dal Fermano e dal Maceratese, guidate alla scoperta dei “segreti azzurri”, dalla costruzione delle reti da pesca alla simulazione della partenza di un motopesca. Un vero e proprio tour virtuale che ha tagliato già il traguardo dei cinque anni di vita. Chi entra nel Museo finisce con l’essere catapultato in una dimensione spazio-tempo diversa dalla realtà che si lascia fuori dalla porta. E’ come se ci si immergesse in mondo ovattato fatto di suoni, odori, emozioni che hanno solo il mare come filo conduttore. Ed ovviamente la passione di chi, ogni giorno, si adopera per far passare questi messaggi.
E pensare che ancora oggi molti sangiorgesi non hanno ancora visitato questa piccola perla. Un mese fa, ad esempio, a fare visita al Museo sono arrivate le classi dell’Istituto tecnico economico statale, indirizzo finanza marketing e amministrazione, di Borgo Rose in provincia di Chieti. Con loro anche la consigliera comunale, Maria Lina Vitturini, che ha promosso l’incontro. “E’ stata una esperienza bellissima sia per me che per i ragazzi rimasti colpiti dalla dura vita della gente di mare ed ancor più dall’esperienza sensoriale che hanno potuto vivere in prima persona. Ho illustrato loro anche i dettagli della paranza a cui sto lavorando” racconta Campussè. Ancora visibilmente emozionato quando ricorda la visita di alcuni ragazzi non vedenti e con deficit uditivi che, grazie alla sua inventiva, hanno potuto comunque “assaporare” il mare sfruttando le loro capacità tattili sulla sabbia e l’acqua, raccolti all’interno di un tavolo del Museo dallo stesso Campussè.
Il museo del mare a Rivafiorita
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