Sotto i riflettori al centro di questa straordinaria storia vera, Robert Redford nei panni di Forrest Tucker, incarna il famoso e amato rapinatore di banche con fascino e stile anni ’80. Ciò che lo rendeva diverso a livello mediatico dagli altri criminali in carriera è semplice: era un cittadino anziano riconosciuto da tutti come un gentiluomo.
Il film prende ispirazione dall’omonimo articolo scritto da David Grann e pubblicato nel 2003 sul New Yorker, e qui David Lowery dirige il tutto da regista e sceneggiatore. Cast altisonante, con Robert Redford nei panni del protagonista, Sissy Spacek, Casey Affleck nei panni del detective John Hunt, Danny Glover e Tom Waits, e fotografia che trasmette il sapore degli anni in cui è ambientato il film.
Arrestato per la prima volta all’età di 15 anni, Forrest ha trascorso una grossa fetta della sua vita in prigione e ha profuso la maggior parte della sua energia a cercare un modo per evadere. Incontriamo questo criminale nel 1981, dopo la sua evasione da San Quentin, e subito il protagonista chiarisce che ama troppo il suo “business” per prendere in considerazione di fermarsi, il piano che vuole mettere in atto insieme alla sua banda è quello di attraversare il Texas per arrivare fino al Missouri. John Hunt è un poliziotto del Texas che fa a gara con i federali per riuscire a risolvere il caso per primo.
Il tocco passionale ed emotivo arriva quando entra in scena Jewel, una vedova con la quale Forrest trova una sorprendente chimica, coinvolgente a tal punto che sembra andare oltre le scene di Hollywood, entrando in una dimensione intima e personale.
Per il criminale gentiluomo la vita è una continua grande avventura, fintanto che nessuno venga ferito, rapinare e mettere a segno colpi è la sua primaria fonte di felicità. Tutti gli attori sembrano molto adatti ai ruoli e il film si muove lentamente ma non è mai noioso.
di Eraldo Di Stefano
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