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LA PROTESTA DEL TURISMO
Gli operatori fanno muro:
«La tassa di soggiorno
sarebbe un danno»

PORTO SANT'ELPIDIO - Gli operatori fanno fronte comune contro l'imposta sul soggiorno: "Scelta incomprensibile, se chiudono la porta al dialogo, la troveranno chiusa quando ci cercheranno"

di Pierpaolo Pierleoni

Un No, senza se e senza ma, alla tassa di soggiorno, perchè “Noi non siamo una destinazione turistica, la gente ci sceglie per i servizi che offrono le nostre strutture, non per la meta”. Gli addetti ai lavori del settore turismo, in testa Daniele Gatti di Villaggi Marche e direttore dell’Holiday family village, affiancato da Eleonora Ricci, portavoce dei B&B e country house di Porto Sant’Elpidio e al presidente Ataf-Federalberghi di Porto San Giorgio Gianluca Vecchi.

E’ la presa di posizione degli operatori, di fronte all’intenzione dell’Amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio di introdurre l’imposta. Ferma la contrarietà di Gatti, che ammonisce: “Se di fronte al parere contrario di tutti gli operatori l’Amministrazione deciderà di introdure comunque questa tassa, è nelle sue facoltà. Ma poi, dato che chiude la porta ad ogni forma di partecipazione e di dialogo, la troverà chiusa in altre occasioni”.

Entrando nel merito, Gatti puntualizza: “La tassa di scopo serve per i servizi ai turisti, quindi destinarla ad altri obiettivi, come gli eventi natalizi, ipotesi che si è ventilata in questi giorni, fa davvero sorridere, dato che di certo non ci sono turisti in città in quel periodo. La tassa deve avere destinazione ed indicare quali servizi potenzierà. L’anno scorso siamo rimasti ad un periodo di prova, trovando, in anno di campagna elettorale, un’autotassazione che ha raggiunto all’incirca i 20.000 euro per evitare l’imposta e finanziare il materiale promozionale e il trasporto pubblico locale. Sono servizi che un paese a vocazione turistica dovrebbe già offrire”.

Il punto, secondo il direttore Holiday, è che “proponemmo a Fermo una gestione un po’ più strutturata che garantisse anche visibilità territoriale. Al momento la nostra proposta è ancora bypassata, non c’è stato un tavolo per un progetto turistico vero di sviluppo. Oggi ci troviamo di fronte alla volontà di applicare un’imposta che è invisa ai clienti. Al turista pagare una somma aggiuntiva, anche minima, è sgradito e chiede di sapere per cosa è costretto a pagarla. Cosa dovremmo rispondere? Porto Sant’Elpidio oggi non è una destinazione. Oggi il cliente ci sceglie per i servizi offerti dalle strutture turistiche, certo non per la località. Il Conero è una destinazione, noi non lo siamo”.

Sulla stessa linea c’è il presidente di Ataf-Federalberghi di Porto San Giorgio Gianluca Vecchi. “Ho già espresso la mia contrarietà tempo fa e resto della stessa opinione. E’ vero, oggi non siamo una destinazione turistica, non abbiamo il richiamo necessario. Nel momento in cui la città è deficitaria e dobbiamo ritoccare i prezzi pur di convincere il cliente a sceglierci, si imponte un balzello in più, che è a tutti gli effetti una tassa sull’azienda. Quello che sceglie il Fermano non è d’elite, ma un turismo medio che fa caso al budget. A Porto San Giorgio l’ho fatto presente e do atto all’Amministrazione comunale di avermi ascoltato, evitando di inserire la tassa di soggiorno. Se ci fosse un progetto ambizioso di crescite delle nostre località si potrebbe anche valutare questa imposta, ma non allo stato attuale. Chi ha introdotto questa tassa, visti i risultati, dà conforto alle nostre opinioni”.

Eleonora Ricci parla da portavoce di 37 tra B&B e country house di Porto Sant’Elpidio. “Siamo una realtà ancora frammentata, ma anche nella nostra piccola realtà, l’assenza della tassa di soggiorno figura tra le ragioni per cui il cliente sceglie Porto Sant’Elpidio. Siamo rimasti delusi perchè la scorsa riunione con l’assessore al turismo Elena Amurri, a cui ha partecipato anche il Sindaco, ci è stato chiesto un parere e il nostro è stato chiaramente negativo, mentre abbiamo ribadito la disponibilità ad un contributo volontario, come nel 2018”.

Interviene telefonicamente anche Simone Iualè, presidente degli albergatori di Civitanova Marche, dove la tassa è stata introdotta nel 2018, ad un 1 euro a notte. “Una scelta che abbiamo dovuto digerire, se pur in malo modo. Non vediamo però una programmazione sugli introiti. Dato che noi albergatori siamo diventati esattori di questa imposta, sarebbe opportuno farci sapere le modalità di spesa di questi soldi. Il mio timore è che finiscano nel calderone e non per progetti mirati. Ad oggi le nostre non sono città turistiche e non è certo tassando il soggiorno che si favoriscono i nostri centri. Spero che almeno il sindaco di Porto Sant’Elpidio faccia un passo indietro. Non è concepibile applicare imposte senza una programmazione e senza conoscere la destinazione di questi soldi. A Civitanova parliamo prevalentemente di soste brevi, il soggiorno turistico c’è ad agosto. A Civitanova si prevede un gettito tra i 100 ed i 140mila euro annui”.

Daniele Gatti, in conclusione, ricorda la positiva esperienza di Marca Fermana, “con cui proponemmo un bus che portava i turisti nell’entroterra a conoscere le eccellenze marchigiane. La gente scendeva e ci applaudiva per l’esperienza che gli avevamo fatto vivere. Quello è appeal turistico, fare rete, conoscere gli eventi del territorio, collegare costa ed entroterra, valorizzare le tipicità. Il problema del Fermano è destagionalizzare, portare presenze anche in bassa stagione, di questo dovrebbe occuparsi la politica. Se invece l’unico obiettivo è fare cassa per far quadrare i conti, ne prendiamo atto. Ma se oggi si impone una tassa con la contrarietà di tutto il comparto recettivo, è ovvio che quando ci verranno a cercare le porte resteranno chiuse”.


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