di Sandro Renzi
La firma in calce alla lettera di invito, pubblicata sul sito turistico del Comune, è ancora quella dell’ex assessora al turismo, Catia Ciabattoni. Ma anche il numero dei proprietari che hanno accettato l’invito è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi tre anni: una dozzina. Questo significa che il progetto, caldeggiato dalla prima amministrazione Loira, non è decollato e non decollerà mai. Tentare di convincere i proprietari di seconde case a Porto San Giorgio -ovviamente quelli interessati- a “pubblicizzare” i loro appartamenti per la stagione estiva è un’impresa destinata ad infrangersi contro un muro di gomma. Eppure sono centinaia le case date in affitto tra giugno e settembre. Basta dare uno sguardo ai cartelli affissi sui balconi o sugli ingressi. Il passaparola resta lo strumento preferito. C’è anche chi approfitta del ponte pasquale per fare un salto a Porto San Giorgio e fermare la casa per le vacanze. Ma lo strumento messo a disposizione dal comune non piace. E questo nonostante le tante lettere di invito spedite all’epoca con l’obiettivo di creare un elenco di strutture virtuose da certificare con tanto di marchio doc. Occasione per entrare nel circuito di internet e garantire un pò di promozione gratuita. Nulla da fare però. “Il primo obiettivo dell’iniziativa consiste nello sviluppo del mercato delle seconde case, attraverso strategie di modernizzazione e qualificazione dell’offerta, attivando marchi di qualità e promo-commercializzazione dell’offerta, dopo aver individuato il target di domanda nella famiglia con bambini e creando servizi specifici per tale target” c’era scritto nella lettera.
Chi l’ha ricevuta ha comunque preferito non partecipare al progetto. Per questo motivo le proposte sono solo dodici. Le seconde case a Porto San Giorgio si stima invece siano tra le 2.500 e le 3.000. Non tutte, ovviamente, concesse in affitto. A pesare sul “naufragio” del progetto, osservano i più maliziosi, c’è anche il tema del sommerso, praticamente impossibile da quantificare. Appartamenti affittati per qualche settimana o qualche mese , secondo le richieste, tra giugno e settembre che sfuggono a qualsiasi verifica. La lettera proseguiva precisando che “L’amministrazione comunale si augura che l’iniziativa di promuovere e favorire il mercato delle case estive incontri la condivisione e la collaborazione attiva di tutti i proprietari di alloggi interessati alla locazione per scopi turistici, cogliendo il duplice obiettivo di migliorare l’offerta di residenzialità e di incrementare un mercato in grado di apportare benefici economici significativi”.
Tanti buoni propositi che sono andati a scontrarsi con una realtà ben diversa. Gli ultimi dati sull’andamento turistico in città nel 2018 forniti dalla Regione Marche raccontano peraltro di un incremento degli arrivi proprio nelle strutture extralberghiere passati da 1960 a 3250. Il che non significa che si tratti di seconde case ovviamente. Ma questo numero potrebbe senz’altro crescere se si potessero calcolare anche le presenze negli alloggi privati. Un dato, almeno statisticamente, utile per capire la portata del settore turistico nell’economia cittadina e per pianificare strategie più mirate. “L’utilizzo turistico delle abitazioni private a Porto San Giorgio rappresenta un valore anche sotto il profilo economico poiché è in grado di apportare vantaggi immediati e diretti a beneficio dei proprietari, con ciò compensando ampiamente i costi conseguenti alla proprietà del bene” si evidenziava infine in quella missiva che non è però servita per convincere i più.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati