L’allarme di Ipsia e imprese:
“Pochissimi nuovi iscritti
nella meccanica, ma il lavoro c’è”

FERMO - Una situazione paradossale in un mondo che soffre di disoccupazione: le aziende hanno bisogno di manodopera ma alla domanda non corrisponde l'offerta. L'incontro con aziende e giornalisti nell'ambito di un collegio docenti per lanciare un appello alle famiglie e al territorio

di Andrea Braconi

“La vocazione dell’Ipsia è il lavoro”: una considerazione che la preside Stefania Scatasta ha ribadito in occasione di un Collegio dei Docenti speciale, con la presenza di imprenditori del territorio e della stampa locale. Un’idea, quella dell’apertura di un momento normalmente tutto interno all’istituto, scaturita dalla stessa Scatasta e dal professor Massimo Rossi. Accanto a loro hanno voluto i titolari della CMT di Porto Sant’Elpidio, della Elsamec di Fermo, CMM di Campofilone e della New Stampi di Campiglione. “Aziende – come ha sottolineato la Scatasta – che accolgono i nostri ragazzi, nella speranza di individuare in quella risorsa professionale un’occasione. Siamo a pochi giorni dal termine delle iscrizioni e abbiamo bisogno di far capire quale sia il nostro progetto formativo e le occasioni che i ragazzi possono trovare qui. Mi chiedo come mai questo territorio non risponda esattamente alle nostre aspettative, cioè al fatto che le iscrizioni siano di studenti che scelgano la scuola professionale con la perfetta cognizione che questa è una realtà importante e non di ripiego”.

“Ho chiamato 5 imprese che mi hanno risposto con entusiasmo – ha rimarcato Rossi -, ma se ne avessi chiamate 20 vi assicuro che sarebbero venute. Purtroppo registriamo un crollo verticale nelle iscrizioni per il settore meccanico ed elettrico, mentre ci chiedono personale qualificato, con importanti prospettive di crescita. Parliamo di un problema di orientamento e comunicazione. Nel primo caso ce l’ho con gli insegnanti delle scuole medie: l’orientamento in questi ultimi anni è diventato un marketing commerciale, in cui ognuno deve accaparrarsi gli iscritti, disorientando invece i ragazzi. Penso che le Medie invece dovrebbero coinvolgere le imprese, le istituzioni, le associazioni di categoria, parlando dei mestieri del futuro”.

Entrando nel tema della comunicazione, Rossi ha affermato come si pensi che questi siano considerati mestieri residuali. “Oggi per chi si colloca nel settore della produzione occorrono conoscenze e competenze sempre più necessarie. L’istruzione professionale ha quindi un’importanza maggiore che nel passato”.

“Rafforzo il concetto dell’esigenza della richiesta di queste figure professionali che mancano – ha sottolineato Gianrico Santarelli della Elsamec -, una cosa che mi lascia sgomento. Non credo sia possibile che nella nostra società non passi il messaggio che c’è una ricerca di queste figure e nessuno si iscrive a scuola”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Simone Giacoponi della Cmm: “Ci troviamo in difficoltà con i ragazzi da inserire, mancano dalla progettazione ai lavori manuali, oltre che su macchine utensili. E attualmente stiamo anche rifiutando commesse”.

Anche Francesco Spadoni, titolare della New Stampi, ha ripetuto i concetti espressi. “Abbiamo bisogno di ragazzi da inserire. Ne abbiamo già inseriti diversi e oggi sono figure importanti in azienda, compreso un rifugiato che ha fatto un corso di formazione. Stanno tutti crescendo professionalmente. Il Fermano ha la calzatura ma ha anche un mondo metalmeccanico.”.

Paolo Angelo, ex studente dell’Ipsia, ha rimarcato la sua passione per la meccanica: “Sono entrato in un’azienda, ma mi sono arrivate tante chiamate da altre imprese. Non sapevo della mancanza di ragazzi nel settore della meccanica e mi sembra molto strano. Tutti i miei compagni hanno trovato lavoro subito”.

“Questo è un lavoro che si fa per passione – ha tenuto a rimarcare Sandro Talamonti della Cmt -. Di fronte alla mancanza di personale mi chiedo cosa dobbiamo fare: automatizzare ancora di più le aziende?”.

 


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