da sx verso dx Marilena Imbrescia, Antonella Leoni, Maria Letizia Vallesi, Rosanna Balestrini, Giulia Alberti e Viviana Vallesi.
di Maria Nerina Galiè
A Porto San Giorgio è conosciuto come Ossario. Di fatto è il Cimitero monumentale settecentesco che versa in condizioni di abbandono e degrado ed ha bisogno di un intervento urgente. Se ne sono rese conto, e si sono attivate in tal senso, le 6 socie che nel marzo scorso hanno dato vita a “Rinnovarte Restauro” l’associazione dedita al recupero ed alla valorizzazione di beni storici ed artistici.
Sono Maria Letizia Vallesi (presidente dell’associazione e restauratrice), Antonella Leoni (addetta alla ricerca dei beni su cui intervenire), Rosanna Balestrini (art director), Marilena Imbrescia (fotografa), Viviana Vallesi (social media manager) e Giulia Alberti (consulente aziendale, si occupa di amministrazione e sviluppo commerciale). Intendono intervenire laddove le istituzioni latitano per restituire alla cittadinanza importanti testimonianze del passato. E venerdì 11 gennaio l’amministrazione comunale di Porto San Giorgio ha consegnato loro le chiavi dell’Ossario, deliberando la concessione per un anno, rinnovabile per il tempo necessario a terminare il lavoro sulla base di un progetto che poco prima di Natale ha avuto il benestare della Sovrintendenza.
Il sindaco Nicola Loira
“Il Cimitero si trova nell’area storica della città – ha detto Nicola Loira, sindaco di Porto San Giorgio – ed è per noi di grande interesse. Per questo più volte abbiamo cercato di sottoporlo a finanziamenti pubblici per la riqualificazione. Poi è arrivato questo gruppo di donne, di professioniste che hanno dimostrato passione e soprattutto grandi capacità e competenza. Già le conoscevo per averle viste impegnate con il loggiato di San Rocco, quindi ho accolto con grande entusiasmo la loro proposta ed ho sostenuto l’iniziativa. Anzi, vorremmo completare l’opera con un pavimentazione interna, magari trasparente, per permettere alle persone di entrare all’interno della struttura”.
Loira ha spiegato poi che il progetto “è un ulteriore tassello che va ad arricchire la parte più antica della città, tornata ad essere molto frequentata negli ultimi anni, grazie alla presenza di numerosi locali e di manifestazioni estive”.
Rinnovarte, si sostiene e lavora grazie alle donazioni spontanee di “mecenati”. In questo modo le indomite paladine del bello hanno ridato lustro al Loggiato di San Rocco che ha coinvolto 12 aziende finanziatrici per un totale di 45.000 euro. Lo scorso 5 maggio l’inaugurazione alla presenza di autorità civile e religiose e dei cittadini. Alle fasi del restauro hanno partecipato per 15 giorni anche due studenti del liceo artistico “Licini Preziotti”.
I “mecenati” dell’Ossario, che è di proprietà di un ente pubblico, potranno godere dei benefici fiscali previsti dall’artbonus. E’ questo uno strumento che prevede il recupero del 65% in credito di imposte dell’importo elargito a sostegno della cultura (legge 106 del 2014).
L’iniziativa di Porto San Giorgio, dal costo complessivo di 60.000 euro, ha già un sostenitore. Ma questa non sarà l’unica opera che vedrà impegnato il team nel 2019. A marzo monteranno l’impalcatura per il restauro della statua di San Giovanni Battista a Fermo. Una ne fanno, cento ne pensano le sei professioniste, affiatate e complementari, senza tralasciare i particolari. I cantieri sono celati da un telo microforato che riproduce il monumento oggetto del restauro. Un “vezzo” che si vogliono concedere, seppure ha costi elevati, per rendere il loro cantiere meno impattante nel complesso architettonico in cui si opera.
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