di Pierpaolo Pierleoni
Decine e decine di siringhe usate, raccolte nell’area verde, inserite in un contenitore di plastica e lasciate attaccate al cancello dell’antica villa San Filippo, all’omonimo quartiere. Un’immagine che da un lato testimonia l’encomiabile senso civico di chi ha effettuato la pulizia, ma dall’altro palesa il degrado di una zona della città, evidentemente meta abituale di tossicodipendenti.
Ad armarsi di pazienza e rimuovere l’impressionante quantità di siringhe usate dall’area verde è stata una donna che risiede in zona e che ha voluto rendere di nuovo decoroso il sito, ha quasi riempito una damigiana di plastica, avvisando poi la polizia locale per invitare le autorità ad andare a ritirare quei materiali. I residenti nei paraggi hanno spesso notato movimenti sospetti nei dintorni dell’antica dimora, da decenni inutilizzata, che si trova a due passi dal centro abitato e da un supermercato, ma è anche abbastanza buia e riparata da consentire di appartarsi. Lungo il viale alberato che porta alla villa e nei dintorni del muraglione si trovano ovunque cartacce, bottiglie di vetro e sporcizia, oltre ai segni inequivocabili di un abituale consumo di stupefacenti.
Quell’ammasso di siringhe, tutte raccolte in poche decine di metri, rende anche visivamente l’idea di quanto sia diffuso il problema. Un peccato davvero che uno dei luoghi più suggestivi della città, di proprietà privata, in passato dimora della Marchesa Trevisani, sia ridotto in quelle condizioni.
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