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Green book: uno dei migliori film dell’ultimo decennio

Per gli appassionati di cinema la recensione di Giuseppe Di Stefano

Il titolo del film Green Book deriva dal periodo in cui gli afroamericani viaggiavano spesso a proprio rischio e pericolo, in quanto non graditi in molti ristoranti, hotel e altri luoghi pubblici. In risposta, un impiegato postale di nome Victor Hugo Green creò una guida progettata per “dare al viaggiatore di colore informazioni che gli impediranno di incorrere in difficoltà e rendere i suoi viaggi più divertenti”. Il “Green Book” è stato pubblicato per più di 30 anni, cessando definitivamente la sua produzione alla fine degli anni ’60.

Il film Green Book mette insieme Viggo Mortensen e Mahershala Ali, due tra i migliori attori di oggi, che si dimostrano una squadra superbamente equilibrata, diventando proprietari del film e facendolo interamente loro. Mortensen interpreta Tony “Lip” Vallelonga, un buttafuori del Bronx che nel 1962 si guadagna da vivere in una discoteca di New York. Dopo aver perso il lavoro, risponde alla chiamata di un musicista di Manhattan in cerca di un autista e si presenta all’indirizzo dal suo nuovo aspirante datore di lavoro, pronto a prendere tutto ciò che paga. Quello che trova è un uomo di nome Don Shirley (Mahershala Ali), un pianista e compositore estremamente elegante che saluta Tony avvolto in vesti regali prima di illustrargli il motivo della sua chiamata: un tour nelle zone del Sud che lo vedrà impegnato fino a Natale. Decide quindi di assumere Tony sia come autista che, dal momento che si tratta di un pianista di colore, come bodyguard in caso di difficoltà, imbarazzo o circostanze meno piacevoli.

Il viaggio che ne consegue si svolge più o meno come il pubblico potrebbe aspettarsi: il modo di parlare duro e teso di Tony, in contrapposizione al tranquillo e impeccabile “Dr. Shirley” fa sì che inizino, quasi fin da subito, a litigare su tutto, dalla musica che Tony ascolta in macchina alle sigarette che fuma tra le sue incessanti chiacchiere. Ma Green Book è stato co-scritto dal figlio di Vallelonga, Nick, la cui conoscenza intima dei protagonisti reali della vicenda aiuta a conferire al film il suo senso di fondatezza. Non sorprenderà nessuno quindi sapere che sia Tony che il Dr. Shirley subiranno profonde trasformazioni, in una pellicola che inizia con una scena di Tony che butta fuori due bicchieri d’acqua usati dagli operai neri assunti da sua moglie Dolores (Linda Cardellini), e che arriva ad offrirci anche un siparietto in cui lo stesso Vallelonga incoraggia il suo datore di lavoro, sempre così posato, a mangiare un pezzo di pollo fritto con le mani.

Green Book è il tipo di soddisfacente esperienza cinematografica mainstream che molti pensavano Hollywood avesse dimenticato come fare, riuscendo ad essere uno dei migliori e più memorabili film dell’ultimo decennio.

di Giuseppe Di Stefano


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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