di Giorgio Fedeli e Simone Corazza (foto Simone Corazza)
Attimi di terrore ieri notte in una gelateria di Grottazzolina. Poco prima dell’una, infatti, due uomini, con il volto travisato e incappucciati, hanno fatto irruzione nella gelateria di Grottazzolina. Pochi istanti e, sotto la minaccia di una pistola (forse giocattolo con il tappo rosso asportato), si sono fatti consegnare l’incasso per poi scappare a gambe levate.
All’interno del pubblico esercizio in quel momento un esercente, padre della titolare del pubblico esercizio, che, fortunatamente, non ha riportato conseguenze dalla rapina, se non un grandissimo spavento. Sul posto, con i malviventi in fuga, sono arrivati a sirene spiegate i carabinieri del nucleo Radiomobile della compagnia di Fermo che hanno immediatamente avviato le indagini e le ricerche dei due criminali. Non si esclude che i due possano aver usato una pistola giocattolo con il tappo rosso, però, rimosso dalla punta della canna. Comunque i carabinieri hanno raccolto tutti gli indizi utili all’identificazione dei malviventi. E è scattata la caccia ai due rapinatori.
IL RACCONTO SHOCK DELL’ESERCENTE
“E’ avvenuto tutto in pochi minuti – racconta l’uomo che ha subìto la rapina, L.C., padre della titolare – fino a poco prima nel locale c’erano alcuni ragazzi ch, dopo aver consumato, se ne sono andati. A quel punto ho iniziato a fare le pulizie”. L’uomo è andato in un locale di servizio della gelateria, dietro al bancone. “Ho sentito un rumore provenire dalla porta, simile a quello che fanno i frigoriferi quando si spengono. Sono andato a controllare ed era tutto ok. E così sono tornato a pulire”.
Ma a quel punto lo shock: “Mi sono girato una seconda volta e mi sono trovato davanti un uomo, con un passamontagna in testa, che mi ha puntato una pistola alla faccia. Io istintivamente ho alzato le mani e lui mi ha detto di abbassarle perché in due minuti e via avrebbe fatto quello che doveva fare. In quel momento mi ha puntato l’arma a un fianco e siamo andati alla cassa“.
Forse a causa di una più che comprensibile agitazione, l’esercente non è riuscito ad aprirla al primo tentativo. E così la pistola gli è stata nuovamente puntata alla testa: “Mi ha chiesto cosa dovevamo fare. Fortunatamente sono riuscito ad aprirla e lui ha preso le banconote contenute all’interno, circa 500 euro. Gli spicci non li ha voluti”. Con il bottino in mano è scappato. Fuori, ad attenderlo, un secondo uomo, con il cappuccio in testa, che non ha mai guardato verso l’interno del locale. “Quella pistola era vera. Al contatto con la pelle era fredda. Come dimenticarla?“. Solo questa mattina, oltretutto, i titolari del pubblico esercizio, un’attività rilevata circa 4 mesi fa, hanno notato sulla porta d’ingresso dei segni di tentativo di scasso. Tutti elementi su cui stanno lavorando gli investigatori dell’Arma.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati