di Andrea Braconi
articoli a cura degli studenti della “Da Vinci” di Fermo
Si dice che l’assassino torni sempre sul luogo del delitto. Ma anche il giornalista, in quanto a ritorni, non è da meno. Non che vi debba essere obbligatoriamente un parallelismo tra due “professioni” inconciliabili, ma sicuramente il ricordo della Settimana della Creatività e delle Competenze della “Da Vinci – Ungaretti” dello scorso anno ci ha spinto a ripetere l’esperienza. Raccogliere ancora l’invito della dirigente scolastica, Marinella Corallini, era quasi un obbligo morale prima che professionale, un passaggio cruciale per ricomporre emozioni e, appunto, indizi. Indizi raccolti – articolo per articolo, slide per slide – condivivendo con le nuove generazioni un percorso dalle origini di questo mestiere fino ad una contemporaneità sempre più segnata dalla tecnologia.
E traendo spunto dal tema per il 2019, quel viaggio declinabile in ogni forma possibile, è nato un programma divertente ma anche carico di suggestioni, condiviso con l’insegnante Giusy Scendoni.
Invitare Djibriel Thioune e fargli raccontare la sua traversata dal Senegal all’Italia, compresa la prigionia in Libia, ha permesso di far cogliere agli studenti del laboratorio alcune sfumature spesso celate dai media. Così come affiancare al giovane africano l’esperto fotografo Ennio Brilli, autore di reportage in varie parti del mondo, ha guidato il gruppo dentro i meccanismi della narrazione giornalistica. E se con Andrea Cardarelli, gestore della Sala degli Artisti di Fermo e organizzatore di numerose rassegne, si è riusciti ad attraversare la storia cinematografica del viaggio, sfruttando gli strumenti più moderni (dagli smartphone alla rete) è stato costruito un resoconto delle cinque mattinate vissute insieme.
Ciò che state per leggere, quindi, è frutto dell’impegno di questi giovani che, sin dal primo minuto, hanno dimostrato una grande passione e un’attenzione fuori dal comune. Quindi, prendetevi del tempo e fate buon viaggio insieme agli studenti della Da Vinci.
TRA DOLORE E SPERANZA: IL VIAGGIO DI DJIBRIEL THIOUNE
di Nicola Rossi, Ludovico Candidori, Vanessa Renzi e Diego Matricardi
Durante la settimana integrativa, noi ragazzi dell’istituto Leonardo Da Vinci seguendo il tema del viaggio abbiamo intervistato un ragazzo senegalese, arrivato in Italia da quasi 4 anni: Djibriel Thioune. Nato il 26 novembre 1990 nella città di Casamas.
Quali sono i motivi per il quale ha lasciato la sua terra di origine?
“Ho abbandonato Casamas, un paese che richiedeva l’Indipendenza, perché c’era povertà alla ricerca di una vita migliore”.
Quali sono le esperienze che hai vissuto prima di attraversare il mare?
“Sono partito dal Casamas dove si trovava la mia famiglia, ho dovuto attraversare il deserto ammassati in tanti in una macchina ci hanno scaricato come animali in Libia. Sono stato arrestato per tre volte perché gli uomini libici ci catturavano per business. Poi fortunatamente sono riuscito ad arrivare sulla costa”.
Qual è il cibo che avete mangiato durante i viaggi per arrivare in Italia?
“Ho mangiato il garì (cibo tipico del Gambia), bevuto acqua e latte.”
A che età sei partito? Come è stato il viaggio in barcone? E cosa hai provato?
“Sono partito nel 2012 dal Senegal, il viaggio in barcone è stato… brutto, veramente brutto,molti di noi non ce l’hanno fatta e sono morti in mare, ed io mi sentivo stanchi e pensavo che non ce la potessi fare. Il viaggio in barcone durò una notte e un giorno, fino a quando arrivò una nave che ci salvò, restammo due giorni lì e approdammo in Sicilia.”
Come sei arrivato a Fermo? Cosa fai ora?
“Arrivato in Sicilia sono stato accolto dallo SPRAR che mi ha portato in Ancona e da lì, con il treno, sono arrivato a Fermo. Ora a Fermo dirigo una società sportiva composta da immigrati e amici.”
Dove si trova ora la tua famiglia?
“Mio padre e mia madre sono morti, mio fratello è in Senegal e studia Corano e mia sorella si trova in Gambia, è sposata e ha due figli.”
IL FOTOREPORTER NOMADE
di Maria Giulia Scordi, Maria Sole Sollini e Giovanni Pompei
– Il suo amore verso la fotografia
Ennio Brilli, sessantottenne italiano, innamorato della fotografia e di conoscere tutte quelle popolazioni che hanno vissuto o stanno vivendo momenti della storia non facili.
Mette insieme tutto ciò che lo circonda tramite le foto, che sono il suo mezzo di comunicazione.
Il tema di questo incontro è il viaggio ,infatti Ennio inizia a parlarci della rotta balcanica, la quale parla dei migranti che dall’Oriente si spostano, a causa di cambiamenti climatici e desertificazioni, verso l’Occidente.
Tutti i cambiamenti climatici sono determinati dalle attività umane.
– L’amore di Ennio verso i viaggi
Ennio ha fatto molti viaggi, l’unico di cui ci parla approfondimento è quello di Belgrado.
Grazie a questi viaggi Ennio è cresciuto, ha capito che non si capisce lo stato di una persona se non lo vivi.
Lui, ad esempio ci ha raccontato di una famiglia che ha conosciuto a Belgrado, di quanto possano essere stati affettuosi e amorevoli anche nella loro povertà al contratto di noi che, nel nostro benessere non riusciamo ad essere felici.
Ennio è una persona estremamente saggia e forte emotivamente.
Ha imparato tanto, ha saputo ascoltare e comprendere tutti quello che lo circondavano; non ha paura di conoscere nuova gente ed è per questo motivo che lui non giudica anzi apprezza e aiuta le persone in difficoltà.
VENT’ANNI DI CINEMA DI ANDREA CARDARELLI
di Simone Frontoni, Nicolò Croceri Nicolò e Tommaso Braconi
Sul tema del viaggio raccontiamo quest’ultimo dal punto di vista cinematografico con Andrea Cardarelli, gestore della sala degli artisti di Fermo.
Nato nel ‘69, fin da piccolo si recava ogni giorno al cinema Italia ,monosala, di Porto San Giorgio e da lì è nata una passione che si riporta ancora oggi.
Il primo film che ha visto è stato“Frankestein Junior” a 5 anni.
Nei suoi cinema monosala proietta film scelti con un tema ben preciso e profondo, ed è convinto che i cinema monosala siano un modo per scambiarsi opinioni sul film trattato e incontrarsi per instaurare nuovi rapporti.
I suoi film preferiti sono: “Il Cielo Sopra Berlino”, “Metropolis”, “The Rocky Horror Picture Show”.
Il suo primo film proiettato per la rassegna del viaggio nel cinema orientale è stato “Sorgo Rosso” nel ‘99.
Ci ha raccontato della storia del cinema partendo da Edison e dai fratelli Lumiére con il primo“film” della storia che mostrava un treno che arrivava a una stazione, proiettato in una sala cinematografica che accoglieva 150 persone.
Lui ci ha mostrato alcuni spezzoni di film raccontavano il viaggio in vari modi.
Noi gli abbiamo posto una domanda ovvero se aveva intenzione di fare un film proprio e se sì su quale argomento ed esso ci ha risposto “mi piacerebbe farlo ma onestamente non saprei su quale tematica”
E di conseguenza gli abbiamo richiesto quali problemi lo ostacolano in questa impresa e lui ci ha ribattuto “il problema è che non ho nozioni da regista e inoltre servono molti soldi per truppe e appositi attrezzi, io ho girato solo cortometraggi con le scuole oppure documentari, ma magari nei prossimi 50 anni mi vedrete essere il regista di un film”.
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