Il mondo ha molti supereroi, ma non ha abbastanza bei film su di loro. Venom rappresenta un piccolo passo in controtendenza con questa affermazione (anche se tecnicamente è un super criminale o, per essere generosi, un antieroe). La notizia che l’antagonista numero uno di Spider-Man stava ricevendo un film tutto suo con Tom Hardy è stata accolta calorosamente dai fan del personaggio nonostante, fin dal suo annuncio, in molti lo abbiano definito un “disastro annunciato”, destinato a continuare sulla scia negativa di Sony nel maltrattare le loro proprietà in ambito di Spider-Man.
Il film racconta la nascita e lo sviluppo della relazione tra Eddie Brock (Tom Hardy) e il simbionte alieno conosciuto come Venom. Eddie è un personaggio che vuole essere un bravo ragazzo ma gli mancano il senso di giustizia e compassione del suo arcinemico Spider-Man (del quale ovviamente in questo film non c’è traccia) mentre Venom è un alieno squilibrato e violento che si scontra costantemente con la volontà di Eddie. Il suo umorismo è strano e abbastanza sadico. È stupido ma potente, e in questo ha molte somiglianze con Hulk – personaggio che, personalmente, adoro. Eddie Brock infatti ha un mostro in lui e cerca costantemente di tenerlo a bada proprio come Bruce Banner. La coppia lotta per mantenere un delicato equilibrio e questo combattimento “interiore” è spesso molto avvincente e divertente.
La pellicola inizia mesi prima che Eddie e Venom diventassero una cosa sola, quando un razzo che trasporta una forma di vita aliena prelevata da una cometa si schianta in Malesia. Si tratta di un essere parassitario che conferisce al suo soggetto ospitante delle abilità sovrumane con, in cambio, l’unica controindicazione di ucciderlo lentamente. Questo a meno che il simbionte e il suo ospite non si leghino alla perfezione… un po’ come le scelte che il film lascia allo spettatore: o lo si respinge o ci si lascia prendere. Combattete, e avrete passato un brutto paio d’ore; diventate un tutt’uno con Venom e potreste ottenerne, alla fine, una specie di simbiosi.
di Giuseppe Di Stefano
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