di Giorgio Fedeli
Occhio alla truffa online. Quante volte l’allerta è stata diramata? Infinite. Ma questa volta c’è un particolare che fa della truffa un caso sui generis: a rischiare grosso sono i venditori.
“E’ il nuovo trend del momento – avverte la polizia postale – una nuova tipologia di truffa che riguarda il commercio elettronico. Questa volta ad essere truffati sono i venditori”. Ed ecco svelato il trucchetto che può costare caro a chi vende sul web. E che è al centro di alcune segnalazioni anche nel Fermano, negli ultimi giorni.
“Il potenziale acquirente propone di effettuare il pagamento della somma di acquisto tramite interazione personale del venditore attraverso uno sportello di circuito domestico di prelievo e pagamenti. Il truffatore chiede, parlando attraverso l’utenza mobile fornita all’atto dell’acquisto, di effettuare il pagamento dell’oggetto con una nuova modalità di pagamento, gratuita. Suggerisce al venditore di inserire la propria carta di debito allo sportello, di digitare il pin personale, quindi digitare la parola specifica ed un codice segreto, quasi sempre un codice numerico di quattro cifre, spacciato come necessario per ricevere il denaro dall’acquirente. In realtà il codice segreto altro non è che il numero di carta di debito dell’acquirente che sta manovrando la truffa e che, in questo modo, entra in possesso della somma anziché pagarla. E’ una nuova modalità di truffa che si sta diffondendo da qualche mese e che – spiega la polizia postale – ha mietuto diverse vittime già in pochi giorni.
Attenzione, quindi, anche quando siamo noi a vendere perché i truffatori non esauriscono la loro fantasia e sperimentano nuove forme di “ingegneria sociale” per arricchirsi illecitamente. Valgono comunque alcune forme di precauzione quali l’effettuare una ricerca sul web per verificare se quel compratore sia affidabile e se quel “codice segreto” sia stato segnalato come strumento o oggetto di truffa, diffidare di forme di pagamento nuove e non sperimentate, verificare il feed back dell’acquirente, utilizzare piattaforme note di commercio elettronico e, se si hanno sospetti – conclude la Postale – subito dopo l’effettuazione dell’operazione, attivarsi per tentare di bloccare l’operazione”.
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