I balneari alzano la voce:
“Abbiamo sopportato troppo,
servono riforme e meno tasse”

PORTO SAN GIORGIO - Riunione molto partecipata nella sede di Confcommercio Marche Centrali, alla quale ha preso parte Antonio Capacchione, presidente nazionale Sib-Fipe-Confcommercio

di Andrea Braconi

Ad Antonio Capacchione, presidente nazionale Sib-Fipe-Confcommercio, non manca di certo l’arte oratoria. Lo aveva già dimostrato in Parlamento, battendo i pugni a difesa del settore balneare. E lo ha manifestato anche a Porto San Giorgio, nella sede della Confcommercio Marche Centrali in occasione di un incontro molto partecipato dagli operatori della costa.

“Abbiamo la necessità di mettere in sicurezza i sacrifici di due generazioni” ha affermato, sottolineando come quella sangiorgese sia stata un’opportunità di lavoro e di confronto per affrontare le sfide economiche ed ambientali del comparto. “Occorre capire cosa si è fatto e avere bene in mente cosa dobbiamo fare. Siamo l’unico Paese al mondo che ha messo a morte un settore che garantisce il 13% pil ed occupa il 14% della forza lavoro. Tutto questo rischia ancora di essere mandato al macero anche per un’interpretazione provinciale e sbagliata del diritto europeo. Si è pensato all’Europa come semplicemente apertura dei mercati e concorrenza, non del diritto affinché i patti vengano rispettati”.

E proprio un diritto, quello del rinnovo alla scadenza, ha permesso al nostro Paese di costruire un modello unico al mondo. “Un modello dove la balneazione per essere sicura e di qualità necessità dell’imprenditore, che svolge servizi fondamentali. C’era allora uno Stato lungimirante, che ha contribuito a trasformare i nostri litorali e l’identità del nostro Paese”.

Gli ultimi 5 Governi, ha ricordato Capacchione, hanno impugnato “le leggi regionali fatte per sopperire all’inerzia dello Stato, contestando la competenza sulla materia”. “Il nuovo Governo cosiddetto del cambiamento – ha detto – può fare un primo importante passo rinunciando all’impugnazione e trasformando nello specifico la legge dalla Liguria, facendola diventare nazionale, con 30 anni ai concessionari ed un riconoscimento di un marchio di qualità”.

Ma di fronte a quella che ha definito “la latitanza del Governo”, Capacchione ha ricordato la Giornata del Balneare dello scorso 26 agosto, ideata per affermare la dignità dei lavoratori e delle famiglie “che servono altre famiglie durante l’estate”. “Alla proposta di portare un documento in Europa abbiamo risposto che non avevamo bisogno entro fine anno di un altro documento, ma di una legge. Abbiamo anche presentato 10 emendamenti alla legge finanziaria. Qui si tratta di fare una revisione profonda di una disciplina ancora ancorata al Codice della Navigazione del 1942. È una strumentazione vetusta, oggi anacronistica. Ci sono 12 passaggi tra uffici che decidono in maniera diversa uno dall’altro. Quella in cui ci troviamo è una situazione ridicola e che nel giro di un anno dobbiamo risolvere perché non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo rimettere in marcia questo settore insidiato da altri Paesi. La Grecia ha il 6,5% di Iva e gli unici fessi che sono costretti a pagare il 22% sono i balneari italiani. Dobbiamo ancora rimandare questa situazione nei prossimi anni?”.

Venendo al problema dell’erosione, Capacchione ha ricordato come siano passati 20 anni da quando il Ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto emanare le linee guida e come anche su questo fronte ci sia la necessità di una riforma immediata.

Il presidente, infine, ha definito un “capolavoro” quello fatto a fine anno in Parlamento, con la decisione di concedere altri 15 anni ai balneari approvata dall’estrema destra all’estrema sinistra. “Abbiamo chiesto: il primo gennaio 2021 sapete cosa succederà? Tu Stato dirai devo mettere a gara la tua azienda, ma queste chiavi io non te le do perché l’Europa dice che bisogna tutelare la proprietà aziendale. Così 30.000 aziende faranno questo e quando i turisti saranno costretti ad andare altrove, andrete voi a convincerli a tornare sulle nostre spiagge? Un argomento, quindi, fondato giuridicamente. Poi c’è stato quello che nella sua drammaticità ci ha dato una mano. Il 29 ottobre si è verificato un evento catastrofico in molte spiagge italiane, accompagnato da una visione di impianti distrutti. Certo, 15 anni sono un piccolo passo ma da qui dobbiamo ripartire. Siamo favorevoli ad programma straordinario di mobilitazione, anche di risorse private, per la sicurezza, attraverso progetti efficaci e tempestivi. E se saranno necessarie ulteriori mobilitazioni per aiutare politica ed istituzioni a fare l’interesse pubblico, ci mobiliteremo”.

GLI INTERVENTI

Ad aprire la mattinata Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali, che ha ringraziato Maria Teresa Scriboni per l’impegno nell’organizzazione dell’iniziativa. “Erano anni che la categoria cercava un risultato importante e appena insediato il presidente Capacchione è riuscito a penetrare le aule della Camera e del Senato, facendo capire e sentire la vostra voce”.

Polacco ha anche annunciato due momenti di grande valenza per il comparto: da un lato un convegno su prospettive e sviluppo turistico del Fermano, che si terrà l’11 marzo all’interno di Tipicità; dall’altro il lavoro in atto per la realizzazione di un nuovo testo unico del turismo in Regione.

“Abbiamo saputo che l’ultimo dell’anno, mentre questa legge si stava creando e doveva essere votata – ha aggiunto Carlo Iommi, referente Sib di Porto San Giorigo -, lei presidente Capacchione l’ha seguita fino agli ultimi passi nelle stanze dei bottoni. Certo, 15 anni non sono tanti rispetto a quanto accaduto in altri Paesi, ma per la nostra categoria sono comunque una boccata di ossigeno enorme. Una delle problematiche che abbiamo è quella dell’Iva: in altri Paesi europei è intorno al 10%, da noi al 22%. La nostra è una categoria supertassata da tutti gli enti. Aiutateci, perché siamo in un periodo molto particolare”.

E se Romano Montagnoli, referente Sib Marche Centrali, ha rimarcato come occorra continuare a spingere per risolvere tanti altri problemi, il sindaco di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci ha voluto ringraziare per la presenza Capacchione. “Con il Sib abbiamo rapporti intensi e quotidiani da quando svolgo il ruolo da sindaco e mi fa piacere vedere che ci sia un rappresentante stimato e molto apprezzato come il dottor Capacchione, che ha saputo rappresentare la madre di tutte le battaglie, quella base di rappresentanza che potesse permettere di avere garanzie legate alle tempistiche”.

Quella che si è appena aperta, ha ribadito Franchellucci, è una settimana particolare. “Abbiamo dei passaggi importanti, come la riunione nel pomeriggio negli uffici della Regione Marche sulle barriere antirumore lungo la linea ferroviaria. Inoltre, tra qualche giorno a Porto Sant’Elpidio si svolgerà un Consiglio comunale aperto, il primo dopo vent’anni, sulla tematica dell’erosione della costa”.

Franchellucci ha tenuto a precisare come il più grande problema per i Comuni sia quello burocratico, che si affianca ad una già complicata situazione economico finanziaria. “Ogni volta che si prova a mettere in piedi un progetto su spiaggia o mare sbattiamo contro porte o portoni chiusi, che poi scaricano il barile l’uno con l’altro”.

Il suo collega Nicola Loira, sindaco di Porto San Giorgio, ha ricordato come i veri protagonisti del settore siano gli stessi operatori. “Manca la consapevolezza del ruolo del turismo balneare nella nostra nazione e in questo la vicenda Bolkestein è emblematica. Permane una condizione di incertezza in cui vivono i nostri operatori perché manca, appunto, la consapevolezza di questo grande patrimonio caratterizzante l’economia nazionale. La legislazione italiana dà poco a supporto all’impresa balneare, fortemente penalizzata per alcune scelte legate alla tassazione. Come Amministrazione comunale abbiamo un buon rapporto con l’associazione locale, con una forte e costante dialettica non solo nell’organizzazione ordinaria, ma anche la pianificazione e nelle scelte di natura più generale e complessiva”.

Loira, nel concludere il suo intervento, si è augurato che si possano ancora di più stringere rapporti tra i diversi attori. “Spero che la legislazione nazionale riesca a fare scelte che non sono state fatte in questi anni, con svolte importanti sui canoni concessori rinviate per troppo tempo”.

A sollecitare la questione tecnica Francesco Nunzi, assessore all’Urbanistica del Comune di Fermo. “Abbiamo bisogno di lavorare sulla normativa con chi deve ascoltare e spiegare alle Amministrazioni le strade da prendere per ogni situazione. Viviamo situazioni paradossali: da un lato cerchiamo di salvare la costa dall’erosione, dall’altra realizziamo barriere di oltre 7 metri lungo la linea ferroviaria, creando uno scompenso per tutta la circolazione di brezza marina da mare a terra e da terra a mare, un ricambio d’aria fondamentale durante il giorno e la sera”.

“Dispiace non vedere in questa occasione la Regione – ha affermato Nunzi -. C’è bisogno di chiuderci dentro una stanza per risolvere il problema, altrimenti non è possibile riuscirsi”.

In rappresentanza del Comune di Pedaso è intervenuto il vice sindaco Carlo Bruti. “Non possiamo che essere dalla parte delle imprese e del mondo del lavoro. Il settore balneare italiano è un unicum nel mondo ed è importante impegnarsi per arrivare ad un punto fermo nell’applicazione della direttiva. Ricordo che lo stesso Bolkestein nell’aprile 2018 a Roma aveva messo in discussione l’impianto rigido della direttiva. Il tempo che si dà agli operatori è prezioso e deve infondere linfa vitale per innovare e aumentare l’offerta qualitativa”.

All’incontro ha preso parte anche Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che si è intrattenuta con il presidente Capacchione e con i vertici di Confcommercio.


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