Verde Mare, manifestazione a Marina Palmense, Zacheo: “Occorre un nuovo impegno da tutti, magari partendo da un Consiglio Comunale aperto”

MARINA PALMENSE - Zacheo:"Promuovere in ogni sede opportuna la delicata questione che riguarda non solo la struttura ricettiva, ma soprattutto le sorti di decine di lavoratori e famiglie del territorio"

 

Un momento dell’incontro di ieri, al tavolo Felice Chiesa, Fulvio Riccio e Pasquale Zacheo

“La manifestazione di ieri sera a Marina Palmense, organizzata per discutere pubblicamente della questione Verde Mare, al di là dell’enorme e prevedibile partecipazione di gente, ha gettato le basi per una serie di iniziative con le quali tentare di arginare le già drammatiche conseguenze connesse alla vicenda che sta caratterizzando l’importante e storica struttura ricettiva”.  E’ questo il commento a caldo del capogruppo Paquale Zacheo dopo l’incontro promosso ieri sera nel quartiere della costa fermana.

“Una manifestazione – spiega Zacheo –  voluta da un folto gruppo di cittadini di Marina Palmense presieduti da Alberto Cognigni, e dal movimento civico “Io Scelgo Fermo”. Incisivo e significativo l’intervento, per primo, dell’Avv. Fulvio Riccio del Comitato degli stagionali “Salviamo il Verde Mare”, il quale ha ribadito l’indispensabilità di una rapida riapertura della struttura, pena la morte definitiva di una ‘intera filiera lavorativa ed economica connessa alla rilevantissima attività del Verde Mare e dei Campeggi limitrofi. Forte e a tratti entusiasmante l’intervento del proprietario Felice Chiesa, uno straordinario uomo ultraottantenne che, con consueta lucidità e fermezza, ha esposto i paradossi di questa situazione, partendo dalla storia della sua struttura, da quel lontano 1972, anno dell’inaugurazione alla presenza delle più alte cariche istituzionali. Ha ripercorso la crescita del Verde Mare e la sua evoluzione al pari delle norme nazionali e regionali che nel tempo hanno definito i criteri di gestione di queste strutture ricettive. Norme che lui stesso ha contribuito a scrivere quale autorevole rappresentante della categoria, nella veste, per ben 37 anni, di Presidente della FAITA Marche (Federazione Associazione Turismo all’Aria Aperta). Non ha mancato di esprimere la sua amarezza per quanto accaduto, per il trattamento ricevuto dopo tanto impegno e tanto lavoro, e soprattutto dopo una vita caratterizzata da correttezza e rispetto reciproco con il territorio e con le tantissime famiglie di turisti provenienti da ogni dove. Non riesce a spiegarsi come la sua struttura possa essere diventata all’improvviso abusiva dopo mezzo secolo di attività, per di più ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie e pagando regolarmente le tasse e i tributi. Al pari, non riesce a darsi pace vedendo le tante famiglie che si stanno spostando dai campeggi fermani verso quelli delle limitrofe province di Macerata e Ascoli“.

Sul punto, Pasquale Zacheo, illustrando nel dettaglio i contenuti della vicenda e le conseguenze sociali ed economiche, ha evidenziato come: ” Solo la Regione ha mostrato attenzione e sensibilità sulla questione, addirittura intervenendo con uno specifico chiarimento sulla norma al centro della diaspora giudiziaria. Il Comune di Fermo, con in testa il Sindaco, invece, sino ad ora, si è tenuto ben distante dal problema, senza peraltro mancare di intervenire sovente a gamba tesa sulla questione e sulla proprietà. L’ultima volta, documenti alla mano, con delibera di giunta di appena un mese fa, attraverso la quale sono stati impegnati ben 400 mila euro scuciti dalla tasche dello stesso Verde Mare, in conseguenza di un impegno a realizzare le scogliere frangi flutti. Un impegno risalente ovviamente a prima del sequestro e della chiusura. Un brutto segnale quello del Comune, in quanto l’esborso ha costretto la proprietà ad ulteriori sforzi personali e finanziari che rischiano di compromettere definitivamente il mantenimento in vita della struttura. Un gesto, dunque, quello del Comune che appare significativo di un abbandono, al pari di quello dimostrato, nello stesso periodo, per lo stesso territorio di Marina Palmense e Torre di Palme, ove è stata addirittura chiusa la delegazione comunale, per di più inviando l’operatore comunale ivi preposto a disposizione della Procura di Fermo a spese del Comune. Un segnale involontariamente beffardo”.

Zacheo aggiunge: “E’ indubbio che l’atteggiamento del sindaco Calcinaro non è certo la conseguenza dell’avversione a Felice Chiesa o al Verde Mare, ma la conseguenza del timore di affrontare la questione dal punto di vista politico-amministrativo al cospetto dell’intervento giudiziario. Timore  che non sono una novità, vista la questione del manufatto COOP di Via Respighi, destinato ormai al degrado, nonostante possa ancora costituire un’importante risorsa per il Comune se solo si avesse reale capacità di intervento. Ma c’è sempre tempo per rimediare. Lo dimostra la presenza alla manifestazione del Consigliere Comunale Gianluca Tulli, che ha riferito del suo concreto impegno con i rappresentanti regionali e nazionali del suo partito. Lo dimostra anche la presenza dell’Assessore Mauro Torresi, del quale si apprezza il coraggio a mettere la faccia in una manifestazione non certo povera di critiche per il Comune di Fermo e per il suo operato nel suo territorio di residenza. Occorre dunque un nuovo impegno da parte di tutti, magari partendo da un Consiglio Comunale straordinario e aperto, capace di conferire forza e consapevolezza al sindaco, affinché promuovere in ogni sede opportuna la delicata questione che riguarda non solo la struttura ricettiva, ma soprattutto le sorti di decine di lavoratori e famiglie del territorio. Non si può solo attendere l’esito giudiziario. Nell’ultima udienza, è emerso chiaramente, per voce dei consulenti tecnici, che la parte che si assume come abusiva riguarderebbe solo il 2% dell’intera struttura. Ci si chiede da uomo medio perché si continua a tenere chiusa la restante parte del 98% regolare. Gli avvocati sapranno certo cosa fare, ma il territorio, attraverso le sue componenti sociali e politiche, deve far sentire democraticamente la sua voce alle istituzione democratiche preposte a garantire il corretto vivere sociale”.

 


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