di Alessandro Giacopetti
Il frutto del suo sapiente lavoro artigiano decora le abitazioni di molti industriali del Fermano e delle Marche. Ma nel corso del tempo ha avuto modo di lavorare anche all’estero. Benito Medori, nato a Carassai, all’età di 10 anni si trasferisce a Magliano di Tenna. Oggi ha 78 anni, e dalla sua casa appena fuori il borgo della Valtenna, a pochi giorni dal suo compleanno, volge lo sguardo indietro, ricordando quando tutto è cominciato. “Erano gli anni Settanta e di anni ne avevo 13 quando ho iniziato a lavorare come garzone per un artigiano a Fermo, Minuto Ortenzi, che aveva 3 anni più di me. Il perché? Per fame – afferma Medori – fin quando ho deciso di mettermi in proprio andando a lavorare con mio fratello. Ma sono sempre stato uno testardo, uno che fa le cose di testa propria, e io volevo firmare con il mio nome. Nel corso del tempo ho lavorato per grandi industriali, calzaturieri locali – ricorda Benito Medori – uno dei quali, molto noto in ambito nazionale, ha iniziato chiedendomi di lavorare in una stanza. Ho finito, dopo 15 giorni, per occuparmi di tutta la casa.
A Fermo ho lavorato anche a Palazzo dei Priori, alla sala dei Ritratti, dove mi sono occupato della tinta rossa alle pareti, durante l’Amministrazione guidata dall’allora sindaco Saturnino Di Ruscio. Poi della chiesa di San Marco a Servigliano dove ho partecipato alla ristrutturazione anche delle sculture.
Uno dei miei segreti è l’utilizzo della calce di fossa, materiale che ho usato anche a casa mia, e che più si invecchia, più è bella. Posso dire che mi distinguo dai normali artigiani perché io faccio quello che gli altri non fanno – afferma Medori che ricorda i suoi lavori in Italia – da Chieti a Rimini, da San Marino a Roma, Milano, Firenze e la Toscana fino al viaggio negli Stati Uniti d’America, occupandomi di uno show room per una nota firma calzaturiera, e in Russia passando per Dusseldorf, in Germania”.
Sfogliando un album di foto lo stesso Benito Medori ricorda la grande festa organizzata per i 50 anni, con un pranzo nella sua casa al quale hanno partecipato anche persone arrivate dagli Usa e da Mosca. Alle pareti alcuni dei sui quadri, realizzati con vari materiali, a volte quello che si trova, lavorati a mano senza pennelli per realizzare pezzi unici. Nel marzo del 2001 i suoi lavori sono stati pubblicati anche sulla prestigiosa rivista di architettura e design AD.
Medori termina con un appello ai giovani: “Oggi si è persa la capacità di fare le cose artigianalmente, da soli. Occorre recuperare la voglia di imparare, di sperimentare, anche con fallimenti e insuccessi, che possano però portare ad apprendere fasi del mestiere: dalla scelta dei materiali, alla realizzazione delle vernici e dei colori, tutto rigorosamente fatto a mano”.
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