Terre Alt(r)e Festival
fa tappa ad Amandola:
incontro sul tema del “disabitare”

EVENTI - Matteo Meschiari, professore e antropologo dell’Università di Palermo, presenterà il suo libro edito da Meltemi sabato 23 marzo alle ore 16.30 in Piazza Matteotti

“Disabitare. Antropologie dello spazio domestico”: è il titolo del libro di Matteo Meschiari, professore e antropologo dell’Università di Palermo, edito da Meltemi e che verrà presentato sabato 23 marzo, alle ore 16.30, in Piazza Matteotti ad Amandola nell’ambito del convegno AAT – Amandola, Ascoli, Tokyo. Italy meets Japan – Architettura temporanea/contemporanea: strategie adattive e spontanee verso un futuro imprevedibile”.

L’iniziativa, organizzata dalla Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria” dell’Università di Camerino e realizzata in collaborazione con Kindustria Matelica e Università di Camerino, rientra nel cartellone di Terre Alt(r)e Festival, partito lo scorso 15 marzo e in programma fino alla fine del mese a Fabriano. Quella di Amandola sarà l’unica tappa nel Fermano della manifestazione.

“Lontano dai grandi centri e dalle grandi città, nell’arcipelago dell’Appennino, si trovano territori molto diversi tra loro ma spesso accomunati da problemi analoghi – commentano i promotori del festival -. Come punti sbiaditi su una mappa turistica sono luoghi che non contano, lontani dagli ‘epicentri’ decisionali, dove si convive con declino, marginalità e assenza di prospettive future. Aree che, mentre si perdevano servizi e abitanti, venivano ignorate da politiche serie di tutela e sostegno sostituite da interventi molto appariscenti – grandi eventi o infrastrutture – ma incapaci di portare benefici di lungo periodo. I pochi progetti che interessano questi territori muovono da rappresentazioni talvolta distorte e non condivise con le comunità locali. Da un po’ di tempo, infatti, si stanno moltiplicando le voci di chi intende ‘salvare l’Appennino’ calando soluzioni dall’alto senza porgere l’orecchio ai bisogni e al volere dei territori, tanto da far pensare che a qualcuno possa far comodo un territorio svuotato dai suoi abitanti e pronto ad ‘accogliere’ progetti speculativi e autoreferenziali. La situazione di stallo e le colpe enormi – passate e presenti – nella gestione di questo post terremoto appaiono quantomeno affini e coerenti con questa visione. Per questo ci pare necessario dare voce alle istanze che muovono dai territori e stimolare una seria riflessione attorno al tema dello sviluppo locale nelle Terre Alte, consci del fatto che per parlare del futuro occorre garantire innanzitutto un presente a questi luoghi. Perché queste aree colpite dal terremoto, ma in generale tutte le aree interne, hanno un’enorme ricchezza culturale e naturalistica inespressa, ricchezza che va tutelata e non vampirizzata o messa a valore con meri fini economici. Parleremo delle Terre Alte non come luoghi distanti e lontani – concludono – ma come parte più fragile di un modello sociale, politico ed economico che mostra tutta la sua voracità in particolar modo in concomitanza con le situazioni emergenziali”.


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