“La sequenza sismica che sta interessando le Marche non ricorda quella del 2016”. Ad affermarlo all’Agenzia Dire e’ il professore Carlo Meletti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che sta seguendo con attenzione l’andamento delle scosse nelle Marche: 14 terremoti dalle 21.59 del 27 marzo con l’intensita’ maggiore raggiunta alle 10.55 di questa mattina (3.6 di magnitudo).
“Non e’ lo stesso tipo di sequenza – spiega Meletti -. In primo luogo perche’ quella del 2016 inizio’ subito con una scossa fortissima e poi perche’ il sisma del 2016 e’ legato a strutture distensive ossia due porzioni di crosta terrestre che si allontanano mentre qui siamo in presenza di un’azione compressiva, una porzione di crosta che si arrampica sopra un’altra. Differenze? Tendenzialmente hanno caratteristiche di sismicita’ diverse. Le strutture compressive hanno un’intensita’ ed una durata minore rispetto a quella del 2016. Possono pero’ esserci dei casi, come in Emilia-Romagna, dove arrivano a livelli di magnitudo 6″.
Difficile dire a molti dei marchigiani che rischiano di ripiombare nell’incubo di due anni e mezzo fa cosa aspettarsi ora. “Non sappiamo come proseguira’ l’attuale sequenza: puo’ finire oggi o durare qualche giorno- continua Meletti-. Sequenze di questo tipo ne accadono diverse decine durante l’anno. Sono in rari casi arrivano scosse di forte intensita’. Di certo si tratta di un’altra faglia rispetto a quella del 2016. La struttura attivata scende in mare dal Conero e poi viene giu’ parallelamente alla costa. Non a caso gli epicentri sono tutti concentrati in mare. Tutto l’Appennino si sta andando a sovrapporre a quella che e’ la microplacca Adriatica. Vedo molta preoccupazione, anche sui nostri social, ma per adesso non e’ accaduto nulla di preoccupante per fortuna”.
Il professore Meletti rimanda al sito del progetto della Protezione civile ‘Io non rischio’ per prendere visione dei comportamenti corretti che possono rivelarsi fondamentali in caso di terremoto. “Azioni semplici ma che possono essere fondamentali in caso di terremoto – conclude -. Come per esempio sapere che quando c’e’ un terremoto e ci si trova a scuola o comunque in un edificio la cosa migliore e’ rifugiarsi sotto un banco ed evitare le scale mentre, se si e’ all’aperto, e’ meglio stare lontani dagli edifici”.
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