di Sandro Renzi
Tre anni per chiudere la partita. Trentasei mesi per avere il piano del porto. E’ quanto bisognerà attendere per avere una pianificazione certa tanto per le aree interne quanto per quelle esterne all’approdo. Per sapere cosa si potrà realizzare e cosa no. Ma soprattutto quanto si potrà costruire. Perché negli ultimi anni è su questo argomento che la politica si è spesso divisa. Questa sera in consiglio arriverà il protocollo d’intesa tra regione e comune. “Atto necessario poiché l’approvazione del piano compete alla regione –spiega il sindaco Nicola Loira- con cui peraltro abbiamo condiviso delle linee guida su cui il piano stesso dovrà essere approvato ed al quale l’università sta lavorando”. C’è quindi un cronoprogramma piuttosto definito da cui Loira non intende certo scostarsi. Per il sindaco il piano deve essere licenziato prima che termini il suo secondo mandato. Ma cosa prevedono queste linee guida? La bozza di protocollo è di 6 pagine.
GLI OBIETTIVI
Potenziamento e ammodernamento delle strutture portuali esistenti, miglioramento della vivibilità locale e della mobilità delle persone e dei flussi turistici legati al settore della nautica da diporto. L’amministrazione comunale dovrà pianificare anche intervento sulle aree esterne al porto per “ricucire” il tessuto urbano a quello dello scalo marittimo. Ma anche rispettare gli equilibri ambientali e razionalizzare il sistema viario del lungomare sud ed i collegamenti tra il porto stesso, l’autostrada ed il territorio provinciale.
LE OPERE PUBBLICHE
Il piano dovrà ridisegnare la viabilità nel suo complesso e non solo. Si fa riferimento ad esempio al raddoppio del sottopasso ferroviario di via Solferino, alla realizzazione di una rotatoria in prossimità del porto, al ponte ciclopedonale sul fiume Ete per il quale sono stati già stanziati i soldi ed i lavori potrebbero iniziare anche prima dell’estate. Ma anche e soprattutto rispunta l’idea di un ponte sul fiume Ete come prolungamento di via XX Settembre, collocato a ridosso del tracciato ferroviario. Ed ovviamente parcheggi pubblici e privati. E non può mancare l’attenzione per nuovi spazi verdi.
I SERVIZI PUBBLICI
Si parla nella bozza di servizi per i diportisti e di attività sportive ma anche di strutture che promuovano gli sport acquatici.
I SERVIZI PRIVATI
Inevitabilmente la pianificazione a cui guardano i due enti contempla un cantiere navale per attività anche meccaniche, servizi commerciali e direzionali, servizi turistico ricettivi ma anche “sistemi finalizzati al mantenimento delle profondità di esercizio dello specchio acqueo interno ed in prossimità dell’imbocattura”. Insomma di carne al fuoco ce n’è in abbondanza per rendere una delle infrastrutture più importanti della provincia e della regione un fiore all’occhiello del diporto e della nautica.
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