di Sandro Renzi
Il clima quasi “ecumenico” che ha accompagnato l’approvazione a maggioranza del bilancio 2019 in consiglio comunale, bocciato solo da tre consiglieri di opposizione mentre altri due si sono astenuti, si è presto trasformato in bagarre quando la civica assise ieri sera ha dovuto affrontare la proposta di adeguamento dei compensi riconosciuti al collegio dei revisori. Contraria la minoranza, questa volta compatta, e contrario pure il consigliere di maggioranza, Renato Bisonni, di Porto San Giorgio a sinistra, che ha votato con l’opposizione. La delibera alla fine passerà con due soli voti di scarto, 8 a 6, lasciando però strascichi pesanti dentro l’aula dove non sono mancati botta e risposta accesi tra l’esponente dem Di Virgilio ed i consiglieri Agostini e Del Vecchio, conditi da qualche urlo subito sedato dal vicepresidente del consiglio, Renzo Petrozzi.
“I compensi erano fermi al 2005 -ha spiegato l’assessora al bilancio, Filomena Varlotta presentando la proposta- abbiamo quindi recepito un decreto a firma del ministro Matteo Salvini in materia, pubblicato lo scorso mese di dicembre, ritenendo di dover riconoscere un adeguamento dei compensi anche al tasso di inflazione degli ultimi 15 anni”. L’amministrazione Loira avrebbe potuto applicare a dire il vero il tetto massimo previsto dal decreto “ma ci siamo mossi tenendo conto anche delle risorse dell’ente” ha rimarcato ancora l’assessora.
“Ma avrebbe potuto pure non tenere conto del decreto e lasciare i compensi invariati” le hanno fatto eco dai banchi della minoranza. L’operazione costerà circa 12mila euro in più all’anno per le casse comunali. “Salvini -ha ricordato il capogruppo della Lega, Marco Marinangeli- ha giustamente fissato un tetto massimo e regolamentato il settore ma l’amministrazione comunale ha strumentalizzato il contenuto del decreto. Questo adeguamento è fuori luogo in questa fase”.
A difendere la scelta della giunta ci pensano prima Andrea Di Virgilio poi lo stesso sindaco Nicola Loira. “Le responsabilità e gli oneri a carico dei revisori -ha spiegato il capogruppo del Pd- sono enormemente aumentate negli ultimi anni. E il nostro collegio sta lavorando molto bene. Le critiche dell’opposizione finiscono con lo svilire il lavoro di questi professionisti e non ha neppure senso mettere a confronto il loro ruolo con quello di chi riveste un incarico politico”. Nessun passo indietro neppure per il primo cittadino. “La richiesta di aumento del compenso è arrivata a fronte della pubblicazione del decreto ed abbiamo da parte nostra fatto solo un adeguamento attenendoci ai parametri di altre città simili alla nostra che hanno valori bassi” ha specificato Loira.
E se Del Vecchio (Fi) arriva a minacciare addirittura l’uscita dall’aula prima del voto ritenendo che “il comune abbia altri problemi di cui occuparsi”, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea Agostini, si dice “indignato” e chiede a gran voce “di non presentare la delibera”. “I patti -ha spiegato l’ex sindaco- sono quelli del 2018 quando il collegio dei revisori si è insediato“. Riferendosi anche al quantum del compenso riconosciuto. Ma a pesare, più di tutti, è stato l’intervento di Bisonni, che della maggioranza è parte integrante. Ma che stavolta, e non è la pima a dire il vero, ha preso le distanze dall’esecutivo votando contro il documento. “Sono condivisibili le critiche -ha osservato pacatamente il consigliere di Porto San Giorgio a sinistra- in questo caso sono stati commessi infatti due errori fondamentali, uno di merito ed uno di metodo. I revisori sorteggiati hanno accettato un anno fa che quello previsto fosse un equo compenso. Accettare ora un incremento del 51% alle stesse condizioni non è una necessità”. Nel merito Bisonni ha contestato l’aumento del compenso ritenendo che i 12mila euro potessero essere spesi ad esempio per “l’organizzazione di un evento turistico o far pagare di meno la mensa scolastica”.
Passa alla fine la proposta dell’esecutivo che riconosce circa 4200 euro annui in più al presidente e circa 2800 euro a ciascun componente del collegio, così come passa il bilancio ed ottiene il via libera il piano delle opere pubbliche. Da finanziare, secondo i calcoli di Marinangeli, con la vendita di beni immobili per il 48%. “Tradotto, quello presentato dall’assessore Silvestrini è un libro dei sogni, un piano quasi irrealizzabile” l’accusa mossa dall’esponente della Lega, preoccupato, visto il contento del piano stesso, che il comune non abbia le risorse da stanziare come quota parte per la realizzazione del ponte ciclopedonale sul fiume Ete. Il sindaco però ha gettato acqua sul fuoco. “Le somme ci sono e le abbiamo in cassa” ha detto. Non resta che attendere l’avvio dei lavori visto che l’impresa è stata già individuata ed il ponte dovrebbe essere pronto per il 2021.
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