di Sandro Renzi
Che fine ha fatto il centrodestra sangiorgese? Mancano tre anni alle prossime amministrative. Loira non potrà essere della partita e questo, tendenzialmente, dovrebbe agevolare il cammino del centrodestra nella scelta di un candidato sindaco in rappresentanza della coalizione da contrapporre al centrosinistra. Ma la ritrovata unità di intenti, sbandierata anche in occasione delle sporadiche conferenze stampa, non basta per dissipare i timori di un elettorato che dopo la breve “esperienza Agostini”, è in cerca di un “centro di gravità permanente” per dirla alla Battiato. Una identità definita che spazi dai civici a Fratelli d’Italia, passando per Lega e Forza Italia, a Porto San Giorgio e, non solo, ancora manca. L’impressione insomma è che ciascuna forza politica vada ormai in ordine sparso per poi convergere, sporadicamente, su qualche tema come nel caso della critica rivolta all’amministrazione Loira per l’adeguamento dei compensi a favore del collegio dei revisori. Oppure quando manca una manciata di settimane alle elezioni. Un senso di smarrimento che attraversa i partiti tradizionali come i civici. Quest’ultimi dopo l’ingresso in Fratelli d’Italia dell’ex sindaco Andrea Agostini ed il tramonto dell’esperienza civica che lo aveva premiato, e dallo stesso ex sindaco sentenziata, hanno perso un punto di riferimento. Fabio Bragagnolo medita da un po’ di lasciare e forse quella attuale potrebbe essere la sua ultima esperienza da consigliere decano, salvo seguire Agostini in FdI.
Anche Renzo Petrozzi di esperienza ne ha maturata tanta tra i banchi della civica assise e chissà che non accarezzi l’idea di una candidatura a primo cittadino tra tre anni. La stessa che Marco Marinangeli, ora capogruppo della Lega, continua a coltivare con una differenza sostanziale. Ribaltare cioè i giochi di forza delle alleanze create nel 2017 in vista delle amministrative. Fregiarsi del simbolo della Lega come quello preminente ed aprirsi magari alle civiche, dove lo stesso Marinangeli ha militato per un breve periodo.
Anche Forza Italia, dopo il rinnovo dei suoi vertici provinciali, sta guardando con molta attenzione sia all’appuntamento elettorale fermano del prossimo anno che a quello sangiorgese. In entrambi i casi mirando ad avere un ruolo di primo piano. Nella cittadina rivierasca Carlo Del Vecchio, anche consigliere provinciale di Fi, può contare sempre su un gruppo di fedelissimi pronto a sostenerlo alle urne, ma una sua candidatura a primo cittadino appare molto lontana. Per Maria Lina Vitturini, unica donna al momento che rappresenta il centrodestra nella civica assise a Porto San Giorgio, il futuro politico potrebbe essere in Fratelli d’Italia, guidata da Emanuele Morese a Porto San Giorgio, anche se non ha nascosto simpatie per la Lega di cui ne ha condiviso anche alcuni punti programmatici. E qualche novità potrebbe arrivare anche nelle prossime ore. Ed Agostini? Il suo prossimo obiettivo potrebbe essere quello delle regionali 2020 ma per quanto riguarda il capitolo “comune” la questione può dirsi definitivamente chiusa in un’ottica 2022.
Chi sarà allora il candidato del centrodestra? Nel breve periodo il tema non sembra essere all’ordine del giorno. Eppure tre anni passano in fretta. Ed il tempo a disposizione non è molto per “creare” o plasmare il prossimo candidato sindaco se, come pare, si andrà peraltro ad attingere ancora una volta nella società civile per “rompere” definitivamente col recente passato e ripetere l’esperienza Amici che fece sognare l’elettorato di centrodestra. Ripetere quell’exploit non sarà semplice ma sarà ancora più complesso se di fondo mancherà un appello all’unità, la stessa che tutto sommato ha garantito a Loira di vincere al primo turno due anni fa nello schieramento opposto. E la storia del “programma prima di tutto” non regge più. L’esperienza insegna che la prima questione che i partiti affrontano è quella del candidato sindaco che dovrà rappresentarli. Sarà una figura lontana dai partiti e dai simboli? Sarà effettivamente espressione di tutto il centrodestra? O rispunterà quella parcellizzazione che non paga ma anzi affossa le ambizioni di chi punta ad amministrare una città?
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