Il 30 maggio Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco, compirà 88 anni. Instancabile, come sempre nel corso della sua lunga vita, il sacerdote ha chiamato a ritrovarsi i suoi amici e i collaboratori che con lui condividono i vari percorsi attivati in questi anni. La data scelta è quella di domenica 26 maggio, alle ore 16 a Grottaferrata, vicino Roma. “Una data in cui voteremo anche per un’Europa nuova che sogniamo, ritornando a quella che avevamo costruito con un welfare in qualche modo funzionante” rimarca Don Franco.
“Era il cosiddetto Welfare state, dobbiamo nella crisi che abbiamo attraversato, che ha prodotto un vero disastro sul piano sociale, ricostruire un welfare comunitario che partendo dal basso sia basato sulla condivisione degli ultimi che fa la vera politica da parte dei dirigenti”.
In questa lunga transizione, ricorda, “abbiamo resistito con molte difficoltà e dobbiamo imporci nel rilancio degli ideali con politici che seguano veramente le nostre idealità di servizio; dalla mia parte sono stato un resistente ad oltranza anche per la crisi interna che abbiamo avuto di divisioni, di frammentazioni, di difficoltà economiche”.
Pioniere del Dopo di noi delle famiglie dei disabili, Don Franco ha coinvolto sul tema anche il vertice della Cei. “Il Cardinale Gualtiero Bassetti, nell’incontro che ho avuto con lui a gennaio, ci ha detto che la Cei in Lazio, Umbria e Marche può aiutarci in una progettualità per il Dopo di noi con Capodarco, per il suo valore riconosciuto. Abbiamo appuntamento l’8 maggio con il vice di Bassetti, il vescovo Russo di Fabriano, per cominciare a lavorare concretamente. Anzitutto con le famiglie nei loro comitati territoriali di lotta, che già stanno nascendo, dove i genitori per il bene dei loro figli si adoperano per questo futuro difficile di loro”.
Nel suo costante girovagare per lo Stivale, Don Franco ha preso parte anche al Festival dell’Economia Civile tenutosi a Firenze dal 29 al 31 marzo. Un’esperienza dalla quale si è riportato nuove alleanze per far maturare nuove idee e risorse su un Paese, l’Italia, che ha la speranza delle buone prassi che sono state attivate. “A Pasqua, nelle Marche dove ho rivissuto la forza delle origini, ho ripreso il coraggio per il Progetto delle Marche avviandone sempre più la progettualità, per salvare l’uso di Palazzo Monti nell’acquisto che il Comune di Servigliano farà a nostro vantaggio. Si è anche precisato che nelle tre Regioni citate, ma partendo dal Lazio, a Roma, con un’opportunità di un fondo speciale per la continuità della formazione delle persone, si è contattata l’agenzia di essa, faremo formazione di tutte le componenti delle varie progettualità, per ritrovare lo spirito dell’appartenenza ideale in tutti. Dalle famiglie, agli operatori, ai giovani e a voi amici, che anche voi siete parte viva del nostro operare”.
È il tempo, sottolinea, di una vera mobilitazione collettiva. “Il fatto che il 30 compirò i miei 88 anni deve essere, nello spirito quasi di un’azione testamentaria, la consapevolezza, che faccio prendere, della necessità della Fondazione don Franco con i giovani. Essa deve nascere in un vero patrimonio su cui i giovani scelti continueranno a lavorare in mezzo a voi, anche per me”.
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