di Eraldo Di Stefano
Inquietante e molto profonda l’interpretazione di Zac Efron, che entra nel personaggio e regala un punto di vista anche più normale e umano del serial killer. La pellicola è l’adattamento cinematografico del libro di Elizabeth Kendall “The Phantom Prince: My Life With Ted Bundy” che narra le vicende di Ted Bundy, un serial killer statunitense che è davvero esistito e che ha terrorizzato l’America negli anni Settanta con decide di omicidi ai danni di giovani ragazze.
Il serial killer ha sempre generato paura e orrore, perché si conoscono alcuni dettagli delle modalità con cui opera ma non si conosce l’assassino, il terrore di sapere che è una persona apparentemente normale e che, di conseguenza potrebbe essere chiunque. Ted Bundy, visto in quest’ottica, era l’ultimo di cui si potesse sospettare, bello e con una “scherzosa femminilità”, riusciva ad accattivarsi la simpatia e la fiducia delle sue vittime.
Nel decennio cruciale dei suoi crimini, gli anni ’70, quando fu catturato e processato, divenne un caso per i mass media tanto che l’opinione pubblica nel vederlo stentava a credere che un individuo che si presentava in quel modo, potesse aver fatto tutto quello che gli si attribuiva.
Il film, dal titolo originale “Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile”, è un dramma diretto dal veterano documentarista Joe Berlinger, che lancia Zac Efron nei panni di Ted Bundy, Lily Collins che interpreta Liz Kendall e John Malkovich nella parte del giudica Edward D. Cowart.
Questo sceneggiato trova la sua ragione nel fatto che moltissime persone subiscono un certo fascino generato dalla figura serial killer, un’ossessione diffusa negli ultimi decenni nella cultura popolare, e qui si sfrutta questo personaggio tutt’altro che normale per lanciare anche un messaggio morale e drammatico. Il film è un’onesta indagine inquietante e autentica su chi fosse realmente Ted Bundy, come ha operato, cosa hanno significato la sua cattura e il suo processo e cosa la sua esistenza.
La storia oggettivamente è molto intrigante, raccontata in modo da non essere mai noiosa e lascia senza parole gli spettatori. Gli attori sono credibili e riescono a rendere il tutto autentico, dando corpo sia alla parte più nota della storia, con scene che fanno emergere la parte nascosta della psiche di Ted, che a quella più “normale” della narrazione. Le scene però non diventano mai un’esposizione di terrore, mostrano quanto basta lasciando l’orrore nella parte dove dovrebbe essere: nei recessi della nostra immaginazione, oscuro come la mezzanotte.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati