Comunali, esulta il Pd
Ma il dato delle Europee
preoccupa i dem

ANALISI - Se la Lega stravince anche nella provincia di Fermo superando di tre punti la soglia del 40%, il risultato delle amministrative consegna ai posteri un quadro politico molto diverso. Esulta il Pd fermano che riconferma i suoi sindaci.

di Sandro Renzi 

Se la Lega stravince anche nella provincia di Fermo superando di tre punti la soglia del 40%, il risultato delle amministrative consegna ai posteri un quadro politico molto diverso. Già, perché ad esultare per il voto delle comunali è in primis il Pd. Come un’araba fenice, il partito di Zingaretti, dato quasi per spacciato, stretto fino a qualche settimana fa nella morsa dei due partiti che governano il Paese, riconferma i suoi sindaci in tutti i Comuni più importanti della quinta Provincia. Da Montegranaro a Monte Urano, solo per citare quelli più popolosi. E lo fa anche con un discreto margine di distacco dagli avversari di centrodestra. Lo stesso centrodestra che, unito, potrebbe invece tranquillamente “governare” il territorio. Al 43,37 del Carroccio basterebbe aggiungere il 5,64 di Fratelli d’Italia e il 5,42 di Forza Italia (dati elezioni europee ndr) per avere la maggioranza assoluta.

Ma le comunali sono evidentemente altra cosa. Continuità è la parola d’ordine uscita dalle urne. In molti comuni del Fermano i sindaci uscenti sono stati infatti riconfermati, salvo un paio di ribaltamenti che hanno avuto per teatro Torre San Patrizio e Magliano di Tenna. E’ come se al voto, paradossalmente, si fosse recato un elettorato diverso da quello delle europee. 

Lo stesso discorso vale ovviamente al contrario. Se l’exploit della Lega alle comunali del Fermano non c’è stato, lo stesso dicasi per il Pd in chiave europee. Il dato nazionale, infatti, racconta che i dem sono al 22,69%, mentre nella quinta Provincia delle Marche si sono attestati al 18,37%, appaiati ai 5 Stelle, da cui li dividono poco più di 100 voti. “Quanto basta per essere il secondo partito e superare il Movimento 5 Stelle” si potrà rimarcare in casa Pd, ma resta pur sempre lo stacco di 4 punti percentuali rispetto alla media nazionale.

E questo può pesare in vista dei prossimi impegni elettorali: rinnovo del governo regionale ed elezione del sindaco di Fermo. Entrambi gli appuntamenti sono per il 2020. Ma già da ora, superata la sbornia per quella che in molti definiscono una vittoria, il Pd dovrà mettere mano tanto alla prima quanto alla seconda questione ed iniziare a ragionare sulla candidatura da contrapporre a quella del primo cittadino Paolo Calcinaro. La Lega, dal canto suo, ha l’obbligo di proseguire nell’attività di radicamento sul territorio se non vuole disperdere questo patrimonio di voti che l’ha portata ad essere ovunque la forza politica più votata. I 5 Stelle ne escono invece un po’ malconci. Ed anche nella provincia di Fermo si dovrà aprire un confronto interno sul futuro del movimento. Capire cosa non abbia funzionato e cosa c’è da correggere rispetto all’esito del voto. Quali strategie mettere in campo per diffondere il movimento stesso e “coltivare” il consenso sul piano locale dove non basta vivere di luce riflessa, ovvero dei risultati che possono arrivare dalle politiche. La stessa attenzione dovrà averla Fratelli d’Itala che, forte del buon risultato ottenuto, addirittura nel Comune di Monte Giberto ha scavalcato il Pd scivolato al quarto postodovrà proseguire in questa operazione di diffusione capillare anche tra i piccoli Comuni dove le urne disegnano una provincia a due facce. Dove l’elettorato non è più ideologizzato, almeno alla maniera dei vecchi schemi Dc e Pci, e nel segreto della cabina, con due schede in mano, su una traccia un segno sul simbolo del Carroccio e non si fa scrupoli a confermare la sua fiducia al sindaco del centrosinistra nell’altra. Per molti è un segno dei tempi che cambiano e pur sempre un esercizio di democrazia, per altri, invece, la coerenza politica e per l’appunto ideologica dovrebbe addirittura prescindere da ciò che di buono ha fatto un sindaco, tanto più se appartiene ad uno schieramento politico opposto. Ed allora anche di questo i partiti dovranno tenere conto.  Di un elettorato “fluido” e la provincia di Fermo ne è una testimonianza evidente, che per essere raggiunto non ha bisogno di slogan ma fatti concreti. E questo i sindaci, da sempre in prima linea, lo sanno bene.

 

 

 

 


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