di Pierpaolo Pierleoni
Il destino è stato spietato con lui. Gli ha tolto la vista e lo ha costretto a combattere, giovanissimo, contro una malattia che dopo anni lo ha vinto. Eppure chi lo ha conosciuto non può che ricordarne la positività, il sorriso, la generosità e il carattere con cui ha lottato contro tante avversità. E’ morto nel tardo pomeriggio di ieri Carlo Malloni, a soli 28 anni. Impegnato in tante avventure sportive nelle discipline paralimpiche, dal torball al goalball, fino al calcio non vedenti, che lo ha visto tra protagonisti di uno storico scudetto, nel 2017, con l’Ac Marche 2000.
Carlo Malloni con Eusebio Di Francesco, al tempo allenatore del Sassuolo
Stava male da diversi anni Carlo, si è sottoposto a numerose terapie, ma con l’andare del tempo le sue condizioni sono via via peggiorate. Negli ultimi due mesi era ricoverato in ospedale, fino all’ultimo respiro, esalato domenica. In tanti in queste ore gli hanno reso l’ultimo saluto all’obitorio, i funerali si celebreranno domani pomeriggio alla chiesa di Santa Maria a Capodarco.Lascia il padre Renato, la mamma Claudia, un fratello ed una sorella. Era capitano della Picena non vedenti, che lo ricorda con commozione:”E’ un giorno di infinita tristezza. Carlo ha fatto parte del gruppo di ragazzi che dai primi anni 2000 ha cominciato a partecipare ai vari campi scuola organizzati dall’unione italiana ciechi di Ascoli Piceno, e dal quale poi è nata la Picena non vedenti. Ci piace ricordarlo col sorriso che lo ha contraddistinto da quando lo abbiamo conosciuto fino agli ultimi momenti. In qualsiasi iniziativa che porteremo avanti, Carlo e la sua maglia numero 7 saranno sempre presenti”.
LAc Marche 2000 festeggiata dopo lo scudetto di calcio a 5 non vedenti
Tra i momenti più esaltanti, nel 2017, il titolo nazionale vinto con l’Ac Marche 2000. Il giovane Malloni già da tempo aveva iniziato a lottare contro la malattia, ma questo non gli aveva impedito di partecipare a diverse gare nel corso della stagione ed alla trasferta di Bari in cui la squadra in cui militava sin da ragazzino si era laureata campione d’Italia, con tanto di accoglienza trionfale in piazza Matteotti al ritorno a Sant’Elpidio a Mare. Un ricordo che rimane indelebile, come lo spirito di Carlo, anche nel giorno del dolore.
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