di Andrea Braconi
Un progetto civico che va avanti e si proietta al 2020. E’ questo il Calcinaro pensiero rispetto alla tornata elettorale che il prossimo anno, come confermato ai microfoni di Radio Fermo Uno, vedrà l’attuale sindaco in corsa per un secondo mandato.
“Più che 4 anni ma ne sembrano 10” ha ironizzato Calcinaro intervistato da Sandro Renzi nel corso della trasmissione “Terzo Tempo”.
“Personalmente mi porto sempre dietro i problemi e i miei collaboratori sono abituati a ricevere mail in piena notte. Ho cercato di portarmi dietro il grande problema così come quello del cittadino che mi incontra per strada. Poi si possono risolvere o no, però quando vedi dalla piccola alla grande cosa fatta in questa città dove sei nato, dove vivi e dove vivrai anche dopo questa parentesi, allora questo ti ridà la spinta”.
Anche per ricandidarsi tra un anno “Sì, ci riproviamo, è un percorso portato avanti e che all’inizio sembrava impossibile”. Senza partiti dietro, infatti, erano in pochi a dare chance a Calcinaro e al suo gruppo. “Oggi invece questa indipendenza è una forza, la forza di parlare con la schiena dritta a tutti, di non dovere nulla a nessuno ma sempre con il rispetto del lavoro negli altri livelli. Vedo ancora il rischio del partito che nella città possa vedere più interessi partitici che dei cittadini. E questo si riscontra anche in altre città”.
Per lui si prospetta, quindi, una sfida elettorale senza l’appoggio di simboli storici. “Non voglio demonizzare i partiti, possono essere scuole di pensiero e miglioramento, ma c’è un altro livello di ragionamento oltre a quello cittadino e a volte le cose non vanno nella stessa direzione. E questo sistema può rappresentare un freno al vero trend di benessere”.
E se la Lega – oggi primo partito in città, nelle Marche e in quasi tutto il Paese – dovesse bussare alla sua porta? “Io mi sento coerente con me stesso, penso di rappresentare cittadini di sensibilità politiche diverse, anche la coalizione di maggioranza è molto trasversale. Oggi farei un torto ad entrare nell’agone della contrapposizione partitica. Penso invece che il ragionamento andrebbe ribaltato, l’invito sarebbe il mio: quanti sono disposti a mettere la tessera di partito in un cassetto per cercare di ragionare scevri da queste logiche per la città? Terminata l’estate lo chiederò alle tante forze che ci sono in questa città. Qui è stato dimostrato che è possibile, parlando e ragionando con tutti”.
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