di Giorgio Fedeli
“Ora basta, ogni fine settimana la spiaggia, le nostre concessioni balneari diventano veri e propri campi di battaglia. Le attrezzature balneari in balìa di ragazzini ubriachi che sfasciano tutti, si picchiano, danni ovunque. E noi operatori balneari costretti alla conta dei danni e a sistemare al meglio la spiaggia per accogliere i bagnanti. E in queste condizioni diventa assurdo, per non dire ridicolo, parlare di un lungomare a portata di famiglie”.
E’ la denuncia di Paolo Santarelli, dello chalet ristorante La Conchiglia, sul lungomare Gramsci centro, dopo una notte, l’ennesima, alla mercé di giovani ubriachi che creano scompiglio sull’arenile. Un fenomeno denunciato da tempo, soprattutto dai concessionari di spiaggia. Ma che ancora, a quanto pare, ancora non si riesce ad arginare.
“Nel corso della nottata appena trascorsa mi hanno ribaltato i lettini, sfilato gli ombrelloni, distrutto le fioriere, danneggiato un dondolo. Rotto i cesti per l’immondizia. Per non parlare poi di quello che troviamo sulla sabbia, bottiglie, di tutto di più. E la cosa peggiore è che non stiamo parlando di un caso isolato. E’ un fenomeno scandaloso che si ripete ad ogni fine settimana. Con l’arrivo del venerdì iniziamo a tremare. Alla mezzanotte la spiaggia finisce in balìa di queste orde di ragazzini che ne combinano di tutti i colori. Scazzottate e risse in spiaggia. Ubriachi che distruggono tutto, che si scagliano contro qualsiasi cosa si pari sul loro cammino. E, molto probabilmente, anche spaccio perché spesso e volentieri notiamo strani movimenti e tipi poco raccomandabili che si muovono, anzi perlustrano, la strada. Denunciamo da tempo questa deriva notturna ma ancora nessuno ha preso seri provvedimenti. Il problema è ben noto, conosciamo tutti gli spostamenti di questi vandali e gli orari. E’ ora che qualcuno, chi di dovere, prenda seri provvedimenti. La nostra spiaggia non può diventare un teatro di guerra, non può per l’incolumità e la sicurezza, non può per la vocazione turistica della città, non può perché non possiamo sempre noi balneari a pagarne le conseguenze, tra danni, costi, aggravio di lavoro e danni di immagine. E poi, anche a voler controllare autonomamente, noi non possiamo essere quelli che si occupano dell’ordine pubblico. Non possiamo mettere a repentaglio la nostra incolumità. Ma non è a rischio solo la nostra, di incolumità: in queste condizioni è paradossale parlare di un lungomare luogo ideale per bambini e famiglie“.
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