di Silvia Remoli
“Questo non è un momento di uno spettacolo, ma un momento triste del grande spettacolo che è la vita”, così inizia il ricordo con cui Paolo Rocchi, noto comico fermano, descrive Maurizio Leoni, con il quale aveva iniziato a calcare la scena da giovanissimo, andando in giro per il territorio con la sua compagnia di recitazione.
Parole struggenti, toccanti ma a volte anche dal tono ironico, proprio come avrebbe voluto lui, Maurizio Leoni, un vero e proprio animale da palcoscenico, sempre incline allo scherzo ed alla risata, autore, regista ed interprete di molteplici commedie dialettali, fondatore della associazione culturale “Amici del Teatro Fermano”.
Alla fine della lettura di questa affettuosa e sentita missiva, è scaturito spontaneo, insieme alle lacrime, un lungo applauso, come quello con cui il suo pubblico più affezionato lo omaggiava a fine spettacolo.
Ma prima di lasciare l’altare Rocchi ci tiene a fare una promessa: “Maurizio si merita un ricordo nel suo stile, nel suo posto preferito, il teatro, e vorrei realizzare questo suo sogno organizzando uno spettacolo nel più bel tempio di questa forma d’arte, il Teatro dell’Aquila, coinvolgendo tutti gli attori che hanno avuto l’onore di recitare con lui”.
In tanti altri sono accorsi presso i Frati Cappuccini per dargli l’estremo saluto, per abbracciare la moglie Anna ed i due figli, e per scrivergli una frase personale e sentita sul diario messo all’uscita dalla chiesa a disposizione di tutti coloro che lo amavano: parenti, amici, ex-colleghi della Barilla (azienda per cui aveva lavorato molti anni) provenienti da fuori regione, associazioni benefiche (Leoni raccoglieva i proventi dei suoi spettacoli sempre a fini solidali), colleghi giornalisti di tutte le testate locali, le tifoserie canarine (Solo Fermana e 1920, che hanno posto sul feretro le caratteristiche sciarpe e dei mazzi di fiori gialloblu, i colori della sua squadra del cuore), Walter Matacotta team-manager della Fermana FC, tantissimi attori amatoriali della zona ( tra questi l‘assessore Mauro Torresi, e ovviamente i suoi più stretti collaboratori, cioè gli “Amici del Teatro Fermano”). “E’ stato come uno scherzo del destino”, commenta uno dei suoi assidui spettatori presenti al funerale: “poco tempo fa ho assistito ad una sua commedia in cui interpretava un fantasma simpatico e irriverente che dall’alto divertiva tutti e faceva scherzi ai suoi cari rimasti sulla terra”.
Forse tutti ora lo stanno immaginando proprio così, sicuramente in un altro posto, ma non troppo distante da non far sentire la sua presenza e da non smorzare il ricordo della sua fragorosa risata, che potrà ancora riecheggiare fra tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
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