di Pierpaolo Pierleoni
Cambiano i distintivi di qualifica della polizia. Dopo la cerimonia di presentazione ieri a Roma, al Palazzo della consulta, in cui il capo della polizia Franco Gabrielli ha mostrato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella le novità nelle divise del corpo, 0ggi è toccato alle singole questure, in tutta Italia, illustrare un cambio non solo di stile. Un giorno che i poliziotti attendevano con trepidazione, perchè di fatto si riafferma l’identità della polizia di Stato come amministrazione civile ad ordinamento speciale, sublimata nei valori del motto “sub lege libertas”.
E’ stata infatti la legge 121 del 1981 a ridisegnare lo status giuridico della polizia, segnando il distacco dal mondo militare. Una riforma che ha aperto alle donne, ha previsto una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose, corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, ha cambiato i nomi dei gradi. Recuperando quello spirito di riforma, l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti in tutto il Paese da oggi cambia aspetto. A ridisegnare i simboli è stato il professor Michele D’Andrea, esperto di araldica.
Ma cosa cambia? Rivisitata stilisticamente l’aquila, emblema dell’istituzione, che compie 100anni dalla prima apparizione sulle divise del corpo della regia guardia di pubblica sicurezza nel 1919. Un simbolo che esprime un legale identitario, ma anche coraggio e dedizione di chi indossa la divisa. Per la prima volta compaiono, a caratterizzare le divise, il plinto araldico, con una barretta orizzontale rossa, per agenti ed assistenti; il rombo dorato, col profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia, per i sovrintendenti: la formella, esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura dell’Italia, per i funzionari. I distintivi uguali per tutti i ruoli differenziano le finzioni tecnico scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature.
Ad assistere alla presentazione, questa mattina in questura, anche il prefetto di Fermo Vincenza Filippi. Insieme al questore Luciano Soricelli c’erano i vicequestori Ciro De Luca ed Ignazio Messina. “Questo risultato è frutto di un lavoro prolungato ed attento – ha rimarcato Soricelli – Una commissione ha lavorato al progetto, insieme al prof. D’Andrea. La polizia dal 1981 non è più un corpo militare, ma un’amministrazione civile, una riforma in cui l’Italia ha seguito la gran parte degli altri Paesi europei, dove le polizie sono tutte civili”.
Il prefetto Filippi ha ricordato l’importanza della riforma del 1981, che ha portato alla smilitarizzazione della polizia di Stato, rinnovando “al questore Soricelli ed a tutto il personale della Questura i complimenti per l’eccellente lavoro svolto a tutela della pubblica sicurezza del territorio e della cittadinanza della provincia di Fermo”.
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