Completata, grazie all’intervento di Caritas Italiana, la riqualificazione e il restauro della chiesa di S.Andrea, che da oltre 30 anni non svolgeva la sua funzione di luogo di culto. Domenica 21 Luglio alle 18 l’inaugurazione alla presenza dell’Arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio e del Direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu.
LA STORIA
Dell’antica Chiesa di Sant’Andrea poche notizie storiche sono pervenute fino ai giorni nostri. Crocetti riporta che negli anni 1420-1421 ci fu una epidemia pestilenziale e che in quella circostanza il comune di Montefortino ottenne l’autorizzazione dal Vescovo di Fermo di erigere un ospedale con annessa cappella: “Tra il palazzo della famiglia Spagnoli e la chiesa di Sant’Andrea c’è un piccolo piazzale; fino alla metà del sec. XVIII, questo spazio era occupato dalla prima chiesa di Sant’Andrea, costruita insieme al primo ospedale, dedicato all’apostolo per iniziativa del Comune che, il 21-6-1421, dal Vescovo di Fermo ottenne l’autorizzazione di “costruire un ospedale per pellegrini e poveri infermi del luogo con annessa Cappella, o Oratorio per celebrarvi la Messa … amministrato da un Sindaco, buon cittadino senza figli”. La casa del cappellano-rettore comunicava con la chiesa”.
Anche Tassi sostiene tali tesi e aggiunge, inoltre, che “La prima chiesa eretta dentro le Mura di Montefortino fu la chiesa di S. Maria del Girone; siamo nei primi decenni del sec. XIV.” L’autore continua inoltre riportando le chiese entro le mura di Montefortino che erano sotto la pievaniadapprima di Sant’Angelo in Montespino, successivamente di Santa Maria Nuova entro le mura, chiamata poi, San Michele Arcangelo. Nel 1602 vi si trasferì la Confraternitadella Buona Morte; questa, nel 1605, vi costruì accanto la sua chiesa, utilizzando un lascito di Ser Antonio Giovannini, con ingresso dalla pubblica via. La Compagnia della Buona Morte aveva analoghe finalità delle Confraternite della Misericordia, e sostanzialmente erano associazioni cristiane di laici sorte con lo scopo di compiere opere caritatevoli e di incrementare il culto. Spinti dalla carità cristiana e convinti che la salus animarum passasse essenzialmente attraverso la preghiera e le opere benefiche, i confratelli si dedicavano all’organizzazione dei gruppi di preghiera, all’aiuto materiale e morale nei confronti dei bisognosi, alle esequie dei defunti e all’ospitalità per stranieri e pellegrini.
Nel Catastino di Montefortino del 1728, Inventario di Nardi Pievano Marco Antonio, e in quello del 1772, Inventario di Franceschini Pievano Gaetano, viene riportata la conformazione settecentesca di Montefortino; in basso a sinistra è ben evidente la chiesa di Sant’Andrea nelle linee architettoniche più simili alle attuali.
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