di Silvia Remoli
Arisa, all’anagrafe Rosalba Pippa, nata a Genova ma cresciuta a Potenza, ha una voce gradevole non solo quando canta, ma anche quando parla. Lei è proprio così come la si vede: disponibile, spontanea, sensibile alle tematiche sociali, solidale, amante delle semplicità, coraggiosa nel difendere i propri ideali e nell’esternare i princìpi in cui crede. Il suo ultimo lavoro, l’album “Una nuova Rosalba in città”, racchiude in 12 tracce tutto questo: messaggi di speranza per i giovani, di forza per le donne, di perdono e comprensione per gli amanti…
Li eseguirà, assieme ai suoi successi, nel “Concerto Piano e Voce”, in cui le sue corde vocali vibreranno assieme a quelle percosse dai tasti (o meglio dai martelletti) suonati dal maestro Gioni Barbera.
Nella nostra intervista, tra le altre cose e con estrema generosità, ci spiega perché non perdere lo spettacolo di venerdì sera all’Arena Villa Vitali.
Cosa c’è da aspettarsi dalla tappa fermana del tuo tour?
“Quando mi esibisco in Piano e Voce si creano delle atmosfere che potrei definire ‘morbide’, il concerto ha qualcosa di magico, sembra quasi di essere trasportati da una soave slitta che ti trascina in mondi immaginari”.
Verrebbe da aggiungere che sarà ancor più suggestivo vista la cornice a cielo aperto di Villa Vitali; a tal proposito, conosci il nostro territorio?
“Io lo amo, e questo amore per la vostra terra deriva dal fatto che sapete essere accoglienti, ospitali, non solo con lo splendido paesaggio e l’ottimo cibo che avete da offrire, ma con il vostro atteggiamento. So che avete subìto il terremoto e che vi state rialzando a testa alta e lo fate con dignità e semplicità, rispecchiando il lato più bello dell’Italia. Se non avessi un altro impegno il giorno successivo mi fermerei volentieri a Fermo per conoscerla meglio, ma mi auguro di farlo quanto prima, alla prossima occasione”.
Del tuo sesto album, a quale canzone sei maggiormente legata e perché?
“Ogni traccia contiene un messaggio distinto, ma in particolare mi affascina ‘Amarsi in due’ (brano il cui testo è stato scritto da Cristiano Malgioglio), perché rivela un’intensità femminile molto forte, e sottolinea la capacità che ha la donna innamorata di aspettare e di perdonare”.
A proposito di contenuti profondi, nei tuoi brani ci sono molti messaggi diretti ai giovani, basti ascoltare il pezzo ‘Il futuro ha bisogno d’amore’: che responsabilità si prova a comunicare con loro?
“Sono reduce dal Festival Giffoni, in cui i protagonisti sono proprio loro, i ragazzi. Credo che noi artisti abbiamo il dovere di rafforzare nei giovani valori come la tolleranza, l’uguaglianza, l’accettazione sia di sé che dell’altro, ognuno con le proprie caratteristiche e qualità: in poche parole dobbiamo far capire che ognuno di noi sta compiendo il proprio viaggio e come tale va rispettato”.
Hai dichiarato che ti piacerebbe interpretare in un film il ruolo di una cantante non necessariamente famosa né particolarmente riuscita, perché?
“Mi piacerebbe mettere in luce non solo i momenti gloriosi e le immagini patinate, ma anche i risvolti più intimi, le difficoltà che si incontrano in una carriera al femminile: la donna il più delle volte è critica e severa con se stessa, contesa nella continua lotta del realizzarsi come artista, come compagna e come madre”.
Quindi non solo cantante, ma anche attrice ( Arisa ha già recitato in diversi lungometraggi), non solo concorrente a Sanremo, ma anche presentatrice (ha affiancato Carlo Conti nella co-conduzione del Festival 2015), doppiatrice di film di animazione e molto altro ancora: c’è, tra le tue molteplici e differenti esperienze, una che non rifaresti proprio?
“Oh si, io direi la giudice di X-Factor, perché la maggior parte delle volte si instaurava tra me e i miei colleghi una guerra spietata e ci andavano di mezzo i sogni dei ragazzi. Per questo non lo farei più”.
I tuoi cambi di look sono molto drastici: sei passata dagli occhialoni tondi, il caschetto e gli abiti retrò di Sincerità, alla sensualità minimal-chic di Controvento, ai blazer androgini per finire con capelli rasati biondo platino, quasi alla trapper. Ti piace giocare e rinnovarti?
“Sì, per me è un’esigenza, lo faccio perché odio le abitudini e amo sorprendermi, cercando sempre di restare carica. A tal proposito ti svelo una mia verità che forse suonerà impopolare o poco credibile, ma non fa nulla: tempo fa ero arrivata a 54 chili, ed ovviamente il mio fisico, inizialmente noto per essere morbido e burroso, era cambiato molto drasticamente. Ti dirò che poi ho ricominciato a riprendere peso, mangiando di gusto, ed ora che sono un po’ più ‘rotonda’, mi vedo meglio, cioè, sento che questo è il corpo in cui mi identifico. Certo (dice ridendo) non sono proprio il migliore esempio da seguire, però mi sono ascoltata ed è come se ora mi sentissi pienamente me stessa”.
Nella tua carriera hai duettato e collaborato con i colleghi più disparati: da Patti Smith ai Club Dogo, passando per le Amiche per l’Abruzzo accanto alla Pausini e alla Mannoia: della serie vanno bene la carriera e le hit dell’estate, ma anche la solidarietà è importante?
“Devo dire che non voglio auto celebrarmi e credo che chi da una mano ai bisognosi lo debba fare con il giusto spirito e senza un ritorno personale, però posso assicurarti che le attività solidali fanno bene al cuore. Quindi, essendo già stata volontaria per la fondazione Francesca Rava in Messico, non appena li mio paese ha avuto bisogno di sostegno, mi riferisco al tragico evento del terremoto, ho pensato che avrei dovuto subito dare un contributo concreto a chi mi era più vicino e mi sono subito attivata; per questo, insieme alle mie colleghe, abbiamo raccolto fondi per costruire scuole ed edifici dopo il sisma”.
Che musica ascolti? Chi stai apprezzando particolarmente tra i giovani cantanti emergenti?
“Io ascolto un po’ di tutto, perché sono una tipa curiosa e alla continua ricerca di nuovi stimoli e sonorità. Devo dire che tra i giovani mi piace Mahmood, perché sa raccontare molto bene di se e sa mettere in musica degli spaccati sociali in maniera realistica, ed ho molta stima nel suo produttore Dario Faini (in arte Dardust, polistrumentista, autore e produttore di Ascoli Piceno, nonché direttore d’orchestra a Sanremo proprio della canzone vincitrice,“Soldi” ), che ha lavorato anche per me nei miei ultimi brani “Gli amanti sono pazzi” e “La domenica dell’anima”.
A proposito di quest’ultimo pezzo, nel testo sogni di fare gol al Brasile, usando ovviamente una metafora, per dire che sarebbe proprio una grande vittoria: rimanendo in ambito calcistico, hai seguito le azzurre ai mondiali?
“Le ho tifate da subito, sono la dimostrazione che non dobbiamo mollare mai, e questa loro tenacia mi ha fatto sentir ancor più solidale con l’universo femminile. Questo non vuol dire che sono di quelle femministe convinte ed eccessive a tal punto da apparire sessista e razzista verso i maschi, anzi. Il mio modo di sostenere le donne è la via più naturale per far capire quanto sia fiera di appartenere ad una delle più complesse e al tempo stesso fragili realtà umane, quindi dico solo che bisogna unirsi, stringersi, ascoltarsi reciprocamente e sostenersi”.
Non resta quindi che apprezzare la sua voce dal vivo venerdì 26 luglio presso l’Arena Villa Vitali di Fermo, per info e biglietti consultare il sito Eventilive o rivolgersi alla biglietteria del Teatro dell’Aquila.
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